Tra miti e leggende il mare di Taranto, con la sua magia e i suoi colori, ci sussurra antiche storie d’amore.
Taranto. Ci sono luoghi, di per sè misteriosi, in cui il fascino del tempo che supera la memoria, fino a sfociare nell’eterna bellezza, fa da sfondo a storie straordinarie. Storie d’amore travolgente, spesso contrastato o dimenticato. Storie a lieto fine, ma anche tristi, i cui protagonisti incarnano i sogni, gli ideali di una quotidianità spesso da dimenticare.
E anche Taranto, con i suoi magici tramonti, siede sul #mare, inebriandosi del suo profumo e ascolta il canto delle sue #sirene.
La storia della sirena Skuma
C’era una volta a Taranto una fanciulla di straordinaria bellezza, andata in sposa a un giovane pescatore, costretto per il suo lavoro a stare tutto il giorno fuori.
I due si amavano, ma anche i più grandi amori hanno le loro fragilità. La giovane sposa infatti fu facile preda di un nobile e danaroso signore, invaghitosi di lei e della sua avvenenza.
Un giorno la sposa cedette alle lusinghe e ai regali del nobile, ma subito il pentimento ebbe il sopravvento su di lei e, tornato il marito, gli confessò ogni cosa.
La folle gelosia
Una sorda gelosia si impossessò del giovane tradito, che decise di vendicare l’oltraggio subito. E, condotta qualche giorno dopo la moglie su una barca al largo, la gettò in mare con l’intento di ucciderla.
La giovane non sapeva nuotare e sarebbe morta se le sirene di Taranto non l’avessero salvata, conducendola nel castello incantato che sorgeva sui fondali marini.
In realtà la bellezza della fanciulla incantò anche le sirene, che la elessero loro regina.
Dolore e pentimento
Nel frattempo però il marito, pentitosi del gesto fatto, tornò a cercare la moglie sul mare, gridando il suo nome nelle notti di luna.
Le sirene si incuriosirono per il suo comportamento e, decise ad impadronirsi della barca, lo fecero cadere in acqua. Lo condussero al castello incantato, Skuma lo riconobbe e pregò le sue nuove amiche di risparmiargli la vita. Ma inutilmente, Però, come in tutte le fiabe, c’è sempre un intervento salvifico.
Accorse infatti la #fata del mare che volle dare una possibilità ai due: Skuma avrebbe dovuto rubare il fiore di corallo bianco dal giardino incantato e l’uomo si sarebbe salvato, unitamente alla moglie.
Ma bisognava allontanare le sirene, gelose custodi del giardino e, a tal fine, Skuma elaborò un piano: chiese al mare di sollevarsi in un’onda gigantesca, fino ad allontanare le sirene.
Purtroppo, però, non tutte le storie hanno un lieto fine e il marito geloso fu punito per il suo crimine. L’onda infatti travolse anche lui.
Skuma fu preda di un dolore cieco e, tornata sulla terra, decise di entrare in convento, dove rimase per sempre.
Ancora oggi, però, nelle notti di luna piena c’è chi giura di sentire la voce della sirena che chiama disperatamente il suo amato.
#IrmaSaracino