Vagano tra i boschi della Galizia, nelle notti senza luna. Incappucciati e illuminati da torce, sono i messaggeri di #morte della ‘Santa Compana’

Tra i monti aspri e selvaggi della Galizia, terra densa di antichi manufatti e ataviche leggende, aleggia l’ombra cupa di una remota processione che, ancora oggi, turba l’immaginario collettivo degli abitanti di  questa impervia regione iberica, nota per il suo fascino intenso e la sua natura selvaggia e incontaminata.

Celebrata da scrittori e poeti e sede della tappa più ambita nei secoli da pellegrini di tutto il mondo: Santiago de Compostela, la Galizia cela i suoi tesori, i suoi segreti, legati ad antiche tradizioni, anche di origine celtica.

I suoi tramonti mozzafiato, le sue coste, battute dall’Atlantico, i suoi #boschi e le vestigia di un passato, che vive nella fierezza identitaria dei suoi abitanti, ne fanno una regione già di per sè misteriosa e affascinante.

La leggenda

Ma c’è una leggenda che turba i sogni di tanti, la cui oscura origine si perde nel passato più remoto di questa regione. Una leggenda che, all’approssimarsi della commemorazione dei defunti, si fa presaga di morte. E c’è chi giura che sia vera!

E’ la processione della ‘Santa Compana’, costituita da spiriti che, per l’occasione, procedono vestiti di nero e  incappucciati,  illuminati da macabre torce, spesso costituite, oltre che da ceri, anche da ossa umane. Nel buio della notte senza luna, nelle #tenebre imperscrutabili dei boschi galiziani, avanzano, preceduti da un ‘vivo’( uomo o donna a seconda delle circostanze o della chiamata al trapasso) che porta con fatica una grande croce di legno.

L’unico rimedio per salvarsi da una simile visione, che potrebbe farsi messaggera di morte anche per chi dovesse scorgerla, è quello di tracciare segni o dire parole che evochino la croce di Gesù. O, come ultima soluzione, tracciare un cerchio nel quale trovare riparo.

E, a questo punto, la #morte passerà da vicino, lasciando solo un forte odore di ceri e una brezza da brivido.

#IrmaSaracino