Da ricerche svolte nel corso degli anni, due studiosi italiani, Borrini e Garlaschelli, hanno confutato l’autenticità di alcune macchie di sangue presenti sulla Sindone.
Torna il dubbio angoscioso e destabilizzante sull’autenticità della #reliquia più cara al cuore dei cristiani: la sacra Sindone. Il #lenzuolo di lino, custodito a Torino, che reca impresse nelle sue trame le tracce di sangue di un corpo devastato e martoriato da torture e che risalirebbe all’epoca della crocifissione di Gesù.
Secondo la tradizione cristiana si tratterebbe appunto del corpo di #Cristo.
Il telo, giunto a noi attraverso un percorso temporale costellato da varie vicissitudini( non ultimo l’incendio del 1534 a Chambéry dove era conservato) è oggetto di culto da secoli. Esso è stato analizzato, anche di recente, dagli insigni ricercatori dell’ENEA, risultando cronologicamente attendibile. Insomma un’enigma che divide la scienza, ma che agita gli animi e parla di mistero.
Le false macchie di sangue
A scuotere l’universo delle certezze dei credenti cristiani giunge la voce prorompente di due studiosi italiani: Matteo Borrini, dell’Università di Liverpool, e Luigi Garlaschelli, del Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze.
La ricerca, pubblicata sul Journal of Forensic Sciences, è stata condotta attraverso le metodologie della medicina legale, in perfetto clima da thriller. E, in effetti, siamo di fronte a uno dei thriller più eclatanti della storia!
Ricostruendo con manichini e spugne intrise di sangue artificiale la posizione degli arti superiori, gli studiosi hanno rilevato un’angolatura sospetta del sangue sul lenzuolo, che non corrisponderebbe a quella reale. Sulla base di questi rilevamenti, sia l’uno che l’altro sono giunti alla conclusione , almeno per gli arti superiori, che si tratterebbe di macchie false.
Immediata la reazione della chiesa torinese che, attraverso le dichiarazioni di monsignor Cesare Nosiglia, ha evidenziato una profonda irritazione. Nulla è lasciato alle supposizioni o alle superstizioni di stampo medievale e la chiesa si affida alle parole dello scienziato Pierluigi Baima Bollone, presidente onorario del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, l’unica istituzione ufficiale per lo studio della Sindone. Questi seccamente ha criticato le metodologie dei due ricercatori, confutandone l’attendibilità. Bollone, peraltro, è anche medico e professore ordinario di medicina legale all’Università di Torino.
Mentre sui due autori delle pesanti dichiarazioni bisogna dire che Borrini è un antropologo e Garlaschelli un chimico.
Insomma si riapre il dibattito e, ancora una volta, il mistero della Sindone torna a dividere gli studiosi. Mentre le certezze fideistiche cattoliche permangono nei cuori di chi sa percepire il divino.
#IrmaSaracino