Parole oscure, scritte in una lingua incomprensibile sono contenute in una lettera, risalente al ‘600, trovata in un convento di clausura in provincia di Agrigento.
Il bene, il male, perenne antitesi del vivere, oscillano nel vortice profondo e inconoscibile della mente umana. E portano spesso l’uomo ad azioni incontrollabili, imprevedibili. E le parole, come i fatti così si caricano di incomprensibili significati.
L’uomo cerca una spiegazione in qualcosa che travalichi il suo limite, approdando in una dimensione metafisica che possa rappresentare i suoi conflitti interiori.
Ancora oggi la ricerca non si esaurisce e si cercano prove, messaggi di un mondo diverso dal nostro in cui l’ anima fluttui finalmente libera.
La lettera del #diavolo
Era il 1676 quando, in un convento di clausura di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, il #diavolo fece la sua comparsa, lasciando tracce di sè in una #lettera che, ancora oggi, rappresenta un enigma.
Isabella Tomasi, una suora benedettina del convento, già in precedenza tentata dal demonio, cadde preda del Maligno e scrisse questa missiva.
Lo scritto prese il nome di “lettera del Diavolo”, perché fu lei stessa ad affermare di essere stata tentata dal Maligno, che le aveva chiesto di firmarla.
Ma andiamo con ordine. Era l’11 agosto 1676 quando suor Maria fu trovata a terra nella sua cella “con mezza faccia sinistra imbrattata di nero inchiostro, il respiro affannoso, il calamaio sulle ginocchia e una lettera in mano scritta con un alfabeto incomprensibile”.
E da allora studiosi e linguisti hanno cercato di chiarire il significato di quelle 14 righe scritte su quel foglio consumato dal tempo, in un alfabeto a metà tra il greco classico e il cirillico.
Solo di recente un’equipe, guidata da Daniele Abate, direttore del Ludum Science Center, ha così chiarito il #mistero:
«Abbiamo inserito nel programma l’alfabeto greco, quello latino, quello runico e quello degli yazidi, il popolo considerato adoratore del diavolo che abitò il Sinjar iracheno prima della comparsa dell’Islam,- ha affermato il dott. Abate- tutti alfabeti che suor Maria Crocifissa poteva avere visto o conosciuto. Abbiamo impiegato quattro mesi prima di giungere a quella che sembra una sequenza logica, almeno per la maggior parte della #lettera.»
Il significato
Ma, anche se decriptato, risulta ancora oscuro il significato del messaggio. L’enigma rimane così chiuso nel tempo e nella memoria di suor Maria Crocifissa, che si vuole, in quella circostanza, salvata da Dio e morta poi nel 1690.
E quelle verità, cui l’uomo anela da sempre, rimangono ancora avvolte dal buio dell’incertezza.
#IrmaSaracino