Sembra che un’oscura maledizione gravi sui quadri dipinti da un’artista italiano. Tutti raffiguranti bambini piangenti.
Il sipario fragile delle incertezze è sempre pronto a squarciarsi sul palcoscenico della vita umana. E sovente lascia trapelare pseudoverità che si confondono con una forma d’isteria collettiva, specie quando protagonista diviene una maledizione o un oscuro presagio.
Allora la paura offusca la razionalità e le concomitanze di episodi o eventi sinistri trovano un comune denominatore: la maledizione. Questa gravita su oggetti, luoghi, per alcuni versi misteriosi, e comunque in uno stato di degrado o di abbandono.
I racconti di esperienze vissute dai narratori si arricchiscono ovviamente, di particolari macabri, che sono spesso frutto delle tante paure umane.
E allora torna in ballo il #demonio, il male, l’ignoto che da sempre incuriosisce ed atterrisce l’uomo.
I dipinti maledetti
Tutto ebbe inizio nel lontano 1985, a Rothertham, un paesino dello Yorkshire, nel regno Unito.
E protagonista fu una signora, May Hall, tranquilla massaia, intenta a cucinare, che dimenticò casualmente un pentolino sul fuoco.
Ben presto le fiamme divampanorono. E la casa fu ridotta in cenere, malgrado l’intervento dei Vigili del Fuoco. Ma lo stupore fu generale quando, tra le rovine, venne individuato intatto un quadro. In realtà una semplice stampa.
Il soggetto era un bimbo, di età compresa tra i 4 e i 6 anni, con le lacrime agli occhi.
Fin qui, tutto sommato, niente di strano, ma ciò che colpisce è che l’evento si inserì in una serie di eventi analoghi.
Numerosi incendi infatti si erano verificati in dimore domestiche del Regno Unito. E in queste sempre si era individuata una copia di questo dipinto, ovviamente integra dopo la devastazione.
La notizia non poteva lasciare indifferenti le cronache. E il quotidiano inglese Sun, sempre ghiotto di sccop scandalistici, cominciò a parlare di maledizione dei dipinti. Ovviamente le vendite per l’editoriale britannico salirono alle stelle, con somma soddisfazione degli editorialisti.
L’autore
Ma chi era l’autore di questi dipinti, poi riprodotti e aventi tutti un unico tema: volti di #bimbi piangenti o tristi?
Ben presto si arrivò ad individuarlo. Un certo Bruno Amadio, pittore d’indiscutibile talento, ma di scarso successo.
L’artista, veneziano di nascita, si era trasferito in Spagna, dove viveva da tempo con il nome d’arte: Giovanni Bragolin,
Ed è allora che l’immaginario collettivo si scatenò. Si cercò una causa alla maledizione e ci si chiese come mai l’uomo dipingesse sempre e solo volti di bimbi tristi.
Interrogativi questi che portarono alle ipotesi più disparate.
Il patto col diavolo
Tra le tante spiegazioni date, quella che ebbe più larga diffusione fu questa. Sembra che l’uomo, stanco di non riuscire a vendere le sue opere, avesse fatto addirittura un patto col diavolo .
Amadio avrebbe avuto quel successo che ormai inseguiva da tempo, ma il demonio avrebbe potuto seminare morte e distruzione tramite i suoi #quadri.
Ovviamente la spiegazione aveva i contorni della superstizione, ma da quel momento comunque il pittore divenne celebre.
#IrmaSaracino