Un castello che nasconde tra le sue mura antichi misteri e la storia di un amore infelice
Perso nello splendore del cielo di Catania, avvolto da un alone di mistero, il castello di Leucatia si staglia con la sua mole imponente, con la sua ricca e sfarzosa architettura. Ma un’oscura maledizione sembra gravare su di esso e, per gli abitanti della bella città etnea, il luogo vibra dei sospiri di ignote presenze.
Amore e morte
Il castello, la cui costruzione risale al 1911, ci parla di una triste vicenda in cui #amore e morte s’intersecano. Una storia risalente al passato, ma ancora viva nell’immaginario collettivo. Una storia che ci parla di una #Sicilia patriarcale e di una mentalità profondamente maschilista.
Angelina
Protagonista, #Angelina Mioccio, figlia adorata di un ricco mercante di origine ebrea, morta suicida a 19 anni.
Questa la cronaca, ma la realtà e la sofferenza dell’infelice giovane sono ancora racchiuse all’interno del maniero, che di notte sembra risuonare del dolce canto della fanciulla.
Un canto che si perde nel tempo e supera la dimensione umana per parlarci di #amore. Per parlarci di lui, Alfio, il giovane che Angelina avrebbe voluto sposare.
Prigioniera del suo stesso destino, #Angelina, a detta di tutti, vaga ancora all’interno del castello, forse in cerca del suo amato. E c’è chi giura di aver sentito nelle notti catanesi i suoi lamenti, ma anche la melodia del suo canto disperato.
La storia
Era il 1911, in una #Sicilia ancorata ad antiche tradizioni e costumi. Una Sicilia in cui il ruolo della donna era marginale, come il suo potere decisionale. E i matrimoni, specie nelle famiglie di un certo prestigio, erano soltanto un ‘affare‘, in cui la merce di scambio era la donna.
Impossibile, quindi, per una ragazza, sottrarsi alla ferrea volontà di un padre. Impossibile essere felice.
E fu così anche per la bella #Angelina. Il padre infatti decise di darla in sposa ad un ricco avvocato( ruolo importante per la società dell’epoca), un uomo molto più grande della fanciulla, senza tener conto della sua volontà.
Ma Angelina amava Alfio, giovane squattrinato e timido, nonchè dipendente del genitore della giovane. Un amore impossibile, quindi, che non avrebbe mai potuto approdare alle nozze.
Il dolore e il suicidio
Fu l’inferno per Angelina. La ragazza si rifiutò categoricamente di accettare la volontà paterna e un giorno, preda della disperazione, si gettò da una finestra del terzo piano del maniero.
Ma il padre volle preservare la bellezza della sua figlia prediletta e la fece imbalsamare. E, ancora oggi, il corpo di Angelina riposa in una cappella del cimitero di Catania.
L’amore però ha le sue leggi, che travalicano il tempo e lo spazio. E lo spirito della sfortunata amante sembra si aggiri ancora alla ricerca del suo Alfio.
#IrmaSaracino