Capolavoro di Puccini, l’opera “Tosca”, sconvolge per l’intensità drammatica dei suoi personaggi. Passioni prorompenti fanno della scena il palcoscenico della vita.
Tosca è la quinta opera più rappresentata al mondo, secondo le statistiche di Operabase, sicuramente la più drammatica di G. #Puccini (1858-1924).
In essa violenza, inganno, ricatto, passione, gelosia, amore spingono i personaggi in un intreccio drammatico che si rivelerà fatale.
Victorien Sardou (1831-1908) già nel suo romanzo omonimo, da cui è tratto il libretto, aveva magistralmente descritto le personalità dei tre protagonisti. Ma #Puccini, con la sua musica, li fa vivere, li colora.
Ambientazione
Siamo nella Roma pontificia, in un periodo storico ben preciso, giugno 1800, qualche giorno dopo la vittoria di Napoleone Bonaparte sugli Austriaci, nella battaglia di Marengo.
I venti di libertà che spirano dalla Francia sono giunti anche qui, dopo che la caduta della Repubblica Romana aveva reso possibile che ogni tentativo di ribellione fosse soffocato nella repressione.
In questo contesto storico-politico si svolge la storia dei tre protagonisti. La cantante Floria Tosca, il pittore #Mario Cavaradossi e il capo della polizia pontificia: il barone #Scarpia.
Ma chi sono questi personaggi? Cerchiamo di conoscerli meglio!
Tosca
E’ la tipica eroina del melodramma, una donna passionale, dalla personalità istrionica, che esprime nella sua arte. Ama, odia, uccide, ma sino alla fine rimane fedele al suo amore che la porta alla morte.
Non si piega ai ricatti, ma richiede fedeltà assoluta. La sua gelosia è patologica, estremizzata in un crescendo musicale che sconvolge.
Sa amare Tosca? Il suo indubbiamente è un amore ossessivo, che esula dagli standard usuali, un amore fatto di passione, di sensazioni legate alla fisicità.
E, anche quando l’immortale eroina prega, legittima il suo comportamento. Tosca uccide #Scarpia, ma non prova pentimento.
Fragile e forte ad un tempo, è la donna che fa prorompere la moltitudine delle passioni oscure che la rendono straordinaria.
Personaggio tragico, quindi, unico, universale, immortale.
Mario
Non è un eroe, non è nemmeno un patriota, è un artista e, come tutti gli artisti, vive la realtà che lo circonda con un certo distacco.
Nell’aria “recondita armonia” del primo atto, esalta l’arte come espressione della bellezza femminile comparando la sua musa, bionda con gli occhi azzurri, che lui ha ritratto ispirandosi ad una donna vista casualmente in chiesa, alla bellezza della donna che ama, Floria Tosca, bruna con gli occhi neri.
Ma, nel momento in cui si trova a confronto con Cesare Angelotti, nobile romano fuggito dalla prigione di Castel Sant’Angelo, dove era stato rinchiuso per le sue idee liberali, lo aiuta nella fuga.
In quell’artista, così incantato dall’arte, riaffiorano i sentimenti liberali che, se pur presenti, si erano assopiti. Si trasforma non solo in patriota, ma anche in eroe, resistendo alla tortura pur di non rivelare il nascondiglio dell’amico.
Vittima dell’inganno di Scarpia sarà fucilato.
Scarpia
Scarpia invece rappresenta il potere e, come tutti gli uomini di potere, ha come motto “io voglio, io posso, io devo“.
Una personalità indubbiamente narcisista, la sua , che si esprime nella convinzione di poter soddisfare ogni suo volere. Egli infatti nel ricatto a Tosca non le chiede solo sesso, ma anche amore, illudendosi che un sentimento possa diventare merce di scambio. Ma la morte inflittagli dalla sua stessa vittima porrà fine alla sua alterigia.
I nostri tre personaggi restano così vittima di loro stessi, delle loro passioni. E l’intreccio drammatico, denso di pathos emotivo, culmina nella morte dei tre protagonisti, mentre la musica immortale e sconvolgente di Puccini irrompe prepotentemente nei nostri cuori.
#BrunoMatacchieri