Cuba

L’embargo americano non riesce a privare gli abitanti di Cuba della loro cultura, che continua a vivere e a diffondersi tra loro

Sono tornato a Cuba dopo 15 anni e, ahimè, la situazione in questa splendida isola non è molto cambiata, anzi forse peggiorata. Le file ai negozi, agli uffici pubblici, alle farmacie sono aumentate.

Volevo acquistare un pacchetto di fazzoletti di carta, ma ho scoperto che non se ne vendono, è difficile trovare anche i beni di prima necessità.

Consumare un gelato nella famosa gelateria “Coppelia”, dove è stata girata una scena del film “Fragola e cioccolata”, è facile per il turista. Questi, senza attesa, viene accompagnato in una saletta appartata e subito servito. Difficile per il Cubano che, prima di sedersi ad un tavolo nello splendido giardino, deve fare una lunga fila spesso sotto il sole cocente di Cuba.

L’embargo

L’#embargo li ha privati di tutto. In un negozio di oggetti casalinghi ho visto in vendita un fornellino elettrico a due piastre al costo di 20 pesos convertibili (20 USD) quanto lo stipendio di un mese di un Direttore Scolastico.

L’autista che mi accompagnava per le vie dell’Havana è un laureato in matematica che, per guadagnare di più, si è licenziato dalla scuola, dove insegnava, per fare il tassista. Con 2 corse arriva infatti a guadagnare quanto lo stipendio di un mese di un professore.

Chiunque lavori nel campo del turismo è un privilegiato, spesso le mance dei turisti superano lo stesso stipendio.

Ma in tutto questo disagio, che talvolta rasenta la tragedia, i cubani, con il loro carattere latino-americano, sembra che riescano a cogliere sempre il meglio dalla vita.

Per le strade la musica cubana imperversa e riesce a trasmettere una piacevole atmosfera al turista che, tra un Moijto e una Pigna Colada, sembra volersi attardare nei locali, sperando che la serata non finisca mai.

Negli orari di punta entrare al “Floridita” o alla “Bodeguita del Medio”, i due locali tipici dell’Havana in passato frequentati da Hemingway, è un’impresa difficile, ma in tutti i locali, affollati tutte le sere, i cubani si mescolano ai turisti, trascinandoli in vorticose salse.

La cultura

Ma è la #cultura la vera regina dell’espressione cubana. Musei, mostre, cinema, #teatri, gallerie d’arte abbondano all’Havana, come nella maggior parte delle città dell’isola.

I #teatri in particolare mi hanno colpito, antichi, ristrutturati, belli e tutti in piena attività artistica.

In un paese dall’economia restrittiva sembra che i luoghi di #cultura siano stati volutamente salvati dall’inevitabile degrado, frutto della mancanza di risorse.

Il Gran Teatro dell’Havana “Garcia Lorca”, inaugurato nel 1915, dove si sono esibiti artisti da tutto il mondo come Enrico Caruso, è ora dedicato alla grande ballerina cubana Alicia Alonso, recentemente scomparsa, che ha portato la scuola cubana di danza classica ad alti livelli internazionali.

Il teatro è stato magistralmente restaurato e sedersi su di una comoda poltrona rossa, in una platea scintillante di luci per assistere ad uno spettacolo di balletto della sua compagnia, è stata un’esperienza senza precedenti.

La vittoria della cultura

Ma altri sono i teatri importanti che danno prova dell’attaccamento dei cubani alla cultura.

Il neoclassico Teatro Martì, sempre a L’Havana, inaugurato nel 1884, e poi i tre grandi teatri di epoca coloniale fuori dell’Havana.

Il Teatro Tomàs Terry, a Cienfuegos, inaugurato nel 1895, la cui sala è decorata da splendidi marmi di Carrara, il Teatro La Caridad di Santa Clara del 1885, ricco di decorazioni del pittore e scultore cubano Miguel Melero ed il Teatro Sauto di Matanzas del 1863, con il pavimento della platea che si può alzare per trasformarsi in una sala da ballo.

Tutti questi teatri rientrano nel circuito dei grandi teatri mondiali. E ospitano spettacoli d’opera, balletto classico, balletto folcloristico e prosa, interpretati dalle più importanti compagnie di tutto il mondo.

È questo l’esempio di come la #cultura, bene primario per un popolo, non è e non sarà mai suscettibile di limitazioni da #embargo.

#BrunoMatacchieri

Di Bruno Matacchieri

medico psichiatra, scrittore, esperto di opera lirica