Da sempre considerato depositario di un potere occulto, il gatto nero rappresenta un enigma.
Maestoso e sdegnoso, selvaggiamente bello nel suo incedere e nel suo manto, il #gatto nero, ancora oggi, é associato alle tenebre del mistero e dell’occulto. Animale enigmatico e libero, in realtà, nella sua storia sofferta, incarna le fobie umane e spesso é associato all’anima femminile.
Sì, perché da sempre questo animale incarna il tradimento e l’inaffidabilità, doti queste tipiche della donna per l’universo maschile.
E se Adamo si lasciò coinvolgere da Eva, nei secoli successivi, il fascino perverso delle donne belle e misteriose fu associato alla perfidia ed alla stregoneria.
Quindi, compagno fedele dei rituali magici delle #streghe, proprio per la sua bellezza enigmatica, il #gatto nero rappresentò in età medievale il #demonio.
Il gatto nero e l’Antico Egitto
Ma non fu sempre così per questo nobile animale. In una società dominata, per certi versi, da regine ammaliatrici e da dee bellissime, come appunto quella dell’Antico Egitto, il gatto fu addirittura oggetto di culto.
Gli Antichi Egizi scelsero questo animale per incarnare Bastet, antica divinità della mitologia egizia, raffigurata con corpo di donna e testa di gatto.
Ed anche Sekhmet, sorella di Bastet, fu raffigurata con parti anatomiche di gatto. Il #gatto condivideva con Bastet la fertilità e la chiaroveggenza, con Sekhmet la preveggenza.
Sekhmet, che rappresentava la giustizia e la potenza in guerra, veniva interrogata dai sacerdoti per conoscere addirittura i piani del nemico e quindi aiutare i soldati in battaglia.
Insomma i gatti erano animali sacri al punto che, se ne veniva ucciso uno, il responsabile doveva essere punito per legge. E, in caso di emergenza, il gatto doveva essere salvato prima di ogni altro membro della famiglia.
Quando un gatto moriva, per le persone a lui legate cominciava un periodo di lutto e dovevano rasarsi le sopracciglia.
Dall’Egitto, il fascino simbolico del gatto passò in Grecia e nell’antica Roma. E qui fu considerato attributo della dea della caccia Diana. Specialmente quelli neri, li si riteneva forniti di doti magiche.
Emerge comunque un dato rilevante nell’antica storia di questo animale. Da sempre il gatto é stato ritenuto depositario di un potere occulto.
Superstizioni
Le cose precipitarono nel clima raccapricciante del Medioevo. La ‘longa mano‘ dell’Inquisizione ebbe infatti la meglio sull’ignoranza dilagante.
E la miseria, le carestie, nonchè le frequenti epidemie favorirono il proliferare di superstizioni e fobie.
Tra queste ebbe un ruolo significativo questo animale. Esso addirittura finì per essere messo al rogo insieme alle sue padrone. Ovviamente streghe riconosciute.
Considerazioni
Alla luce di tutto questo emerge comunque un aspetto insolito dell’attuale società: Il legame con remote superstizioni.
Che il Medioevo continui?
#IrmaSaracino