AdrianoVilla Adriana.Foto di Franco Lafratta

Sulle orme di Adriano, calpestando i sentieri di Villa Adriana, il passato rivive e si colora di eternità

C’era un’aria strana oggi, a Villa Adriana, fastosa e immensa nel suo silenzio, come il sogno perduto dell’uomo che la volle: l’#imperatore Adriano.

Un’aria che sapeva parlare di sospiri d’amanti, di tormenti e passioni prorompenti, di intrighi e gialli irrisolti.

Era lì quell’aria misteriosa, intrisa di passato, ma viva nel presente. Scolpita su quelle mura sgretolate dal tempo, maestose e fragili come il potere di un uomo che amò al di là della follia, fino a essere leggenda, fino a essere schiavo  di una passione senza limiti.

La storia di Adriano e Antinoo

Una storia fuori del comune, scritta e tramandata dalla  storiografia classica, ma che, per i suoi risvolti, è scritta anche su ciò che rimane dell’Antinoeion, quel tempio consacrato al culto, all’immagine e, forse,  alla sepoltura di quel giovinetto probabilmente troppo inviso a molti, toppo potente e influente.

Un 18enne, che aveva asservito con la sua bellezza l’uomo più influente dell’epoca: l’#imperatore Adriano.

L’incontro, la passione

Era il 123 d.C. quando Adriano incontrò, per la prima volta, durante un suo viaggio in Bitinia, #Antinoo, all’epoca appena 13enne.

Adriano ne fu folgorato e la passione divampò. Una passione distruttiva, capace di portare alla vita, all’esaltazione, ma anche alla morte.

Il giovinetto divenne il suo alter-ego, con vivace e comprensibile disappunto della moglie di Adriano: Vibia Sabina. Donna capricciosa e volitiva, moglie e amante tradita e umiliata.

 Inseparabili, i due amanti, Adriano e Antinoo, entrarono nella leggenda, mentre cresceva il malcontento tra i dignitari di corte.

L’imperatore sembrava totalmente asservito ai capricci di #Antinoo, bellissimo e consapevole del suo potere. E, ovviamente, si temeva che Adriano lo potesse adottare, anche perché privo di figli.

La stessa moglie Vibia aveva dichiarato di non averne voluti, ma si sospetta, per ovvi motivi, che odiasse il suo rivale.

Insomma gli ingredienti c’erano tutti per una cospirazione che avrebbe portato alla conclusione di questa storia ‘malata’.

E quando una notte, durante una crociera imperiale sul Nilo, il giovane annegò in circostanze ‘misteriose’ nessuno si meravigliò.

Un giallo ancora irrisolto che ci parla di un #amore, descritto poi ed  enfatizzato da Marguerite Yourcenar.  Un #amore dai risvolti cupi, ossessivi,  per le conseguenze che ebbe sull’imperatore.

Villa Adriana

L’imperatore, che già da tempo, aveva dato avvio ai lavori di Villa Adriana( in realtà una città per la sua estensione) volle esaltare l’immagine del suo amato, ossessionato da essa.

Antinoo fu divinizzato e la sua bellezza fu consegnata all’eternità. Furono coniate monete con l’effigie del ragazzo, furono erette statue con le sue fattezze ovunque, ma soprattutto venne eretto un tempio all’interno dell’area  immensa della villa.

L’Antinoeion, un tempio in cui ho percepito oggi  il profumo di un #amore dannato, capace di superare anche la follia.

Sensazioni sulle orme di Adriano

Nel silenzio dei secoli, nella placida quiete di quei cipressi, ho vissuto infatti i profumi degli antichi giardini, ripercorrendo i sentieri di un potere discutibile, ma che ha scritto la Storia.

Antinoo era là, paradiso e inferno di un uomo, perso nei ricordi. Un uomo che avrebbe potuto tutto, ma non restituire la vita a quella bellezza straordinaria.

Un uomo che volle ricostruire i percorsi e le strade del suo cammino attraverso un’architettura, certamente ibrida, ma imponente. Adriano, un uomo colto, raffinato, curioso della vita e di paesi lontani, in grado di porre un argine all’espansionismo imperialistico dell’Urbe.

Un uomo, comunque, solo,  perso nella dannazione di un amore che ha superato il tempo, ma soprattutto è andato oltre  la follia.

#IrmaSaracino