pietre

Pietre, dotate di fori naturali, sembra che abbiano straordinari poteri.

La #Natura ci parla attraverso messaggi reconditi, fatti di simboli e di energia. E l’uomo si perde in questa foresta di simboli, antica come il tempo, lo spazio, la memoria. Pietre, profumi, colori colpiscono i sensi e creano quell’aura magica che è, già di per sé, #Armonia.

Quell’#Armonia cosmica che travalica i limiti del sé e proietta la dimensione umana nella totalità del Cosmo.

E il contatto con la #Natura è appagante, talvolta illuminante, se ci si perde nella contemplazione e nella percezione del Bello come espressione della Totalità universale.

Gli uomini del Paleolitico

Lo sapevano bene gli uomini del Paleolitico che, nella loro quotidianità, scandita da un rapporto immediato e diretto con la Natura, traevano da essa, Mater suprema, ogni fonte di sostentamento. Capaci di individuare  in tutte le forme complesse esistenti  quei simboli “guida”, che erano poi alla base anche della loro religiosità.

L’esempio più lampante ci è fornito da Stonehenge. Un mistero irrisolto per l’Archeologia, ma la prova tangibile di una religiosità magica.

Una religiosità in cui confluivano simboli naturali e posizioni astrali, secondo una geometria che non era solo spazialità, ma anche simbolo del divino.

Il cerchio

E l’intuizione divenne illuminazione anche per gli uomini che seguirono nell’individuazione della valenza simbolica di ogni singola forma.

Il quadrato, la croce, il triangolo assunsero quindi un significato esoterico nelle civiltà successive, ma più di tutte il cerchio, simbolo della perfezione, del ciclo vitale completo.

Il cerchio, l’alfa e l’omega, il principio e la fine. Rappresentazione stilizzata della divinità, ma anche del sole, fondamentale per tutta la vita sul pianeta, della forza maschile, dell’anima, dell’acqua.

Ma il cerchio rappresentava anche il ciclo completo, compiuto, del tempo e dello spazio. Morte e vita, inizio e fine appunto. Ed  é proprio sulla base di questa intuizione che nacque la sacralità dei simboli legati alla rotazione.

Le pietre delle streghe

Ogni singolo elemento naturale, ancora oggi, è dunque riconducibile a una forma simbolica e rappresenta la voce stessa della Natura.

In questo contesto anche le pietre, spesso inosservate e trascurate, assumono una valenza particolare e la loro forma, ci parla, rivelandoci verità occulte.

E’ il caso appunto delle pietre delle #streghe, che è possibile trovare in prossimità dei corsi d’acqua o in riva al mare, caratterizzate da fori che le attraversano da parte a parte.

Pietre che, secondo le leggende popolari porterebbero fortuna a chi le trova e sarebbero dotate di proprietà taumaturgiche.

Note soprattutto alle civiltà nordiche, queste, forate in maniera naturale, per effetto di agenti di erosione, come acqua e aria, nell’immaginario collettivo sembrano avere   anche poteri magici. Protezione dalle maledizioni, dalle #streghe e dalle malattie.

E addirittura, anche oggi, in Norvegia e Svezia, alcune famiglie sono solite appendere queste pietre sulle culle dei neonati o sulle pareti dei letti degli ammalati.

Ma il potere più sconvolgente di questi ciottoli sarebbe quello di aprire finestre attraverso le quali vedere fate folletti, gnomi, e quant’altro.

I riti propiziatori

Solitamente connesse alle divinità femminili, le pietre, specie nelle civiltà pre-cristiane, erano, con i loro fori, simbolo dei riti propiziatori che di frequente si svolgevano.

Riti in cui  le donne dovevano attraversare dei buchi dentro grandi massi per favorire le nascite, la fertilità e per guarire dai malanni.

Insomma una vera panacea per la popolazione maschile dell’epoca che ambiva alla prosecuzione della specie!

Conclusioni

Una donna, quindi, protagonista? ci piacerebbe crederlo.

Ma, alla luce di tutto questo, emerge un dato rilevante: il fondersi di spiritualità religiosa e magia. E, soprattutto il persistere nelle credenze popolari di quel substrato di ‘sapere’ illuminato, che è alla base anche delle scienze ‘esatte’.


#IrmaSaracino