Un’oscura maledizione sembra gravare su Pompei, meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Una maledizione che colpisce chi osi derubare i tasselli della sua storia e del suo passato.
Persa nella sua bellezza e nella sua Storia, Pompei rappresenta lo specchio di un’umanità per molti versi ancora poco conosciuta, ma che amava la vita e tutte le sue piacevolezze.
Arte, cultura e ludus coesistevano in questa perla del passato, probabilmente fondata dagli Osci nel IX sec a. C. E rappresentavano gli appetiti e il sistema di vita dei suoi 20.000 abitanti.
Ricca, baciata dal sole e posta alle pendici del #Vesuvio, Pompei era la vita stessa, la libertà. In essa infatti era possibile praticare qualsiasi culto religioso, anche di origine orientale e il lusso di numerose abitazioni era il biglietto da visita del modus vivendi di alcune famiglie.
Ma anche la gente comune amava vivere ogni singolo attimo della propria quotidianità in maniera gioiosa e priva di coercizioni di stampo moralistico.
L’eruzione del 79 d.C.
Ma la vita si interruppe bruscamente in quel lontano giorno del 79 d.C., quando l’#eruzione del #Vesuvio seppellì sotto una nera coltre ogni cosa.
E, da allora, per le vie di questa città si respira un’aria di mistero. Il silenzio, rotto dal vociare delle migliaia di turisti che ogni giorno ripercorrono le strade del passato, sembra racchiudere antichi segreti e i sospiri di quanti trovarono la morte in quell’infausto giorno.
Tutto é sospeso: la vita, la morte. E percepiamo le voci di antiche e misteriose divinità, mentre i profumi si mescolano nel calore di quel sole che illuminò i suoi abitanti.
Pompei é questo: l’enigma, la storia. Ma la sua storia non può essere profanata, né portata via. Perchè é lì, racchiusa nello scrigno dorato delle sue mura, tra quei tesori inestimabili della sua arte che ne fanno uno dei siti più belli al mondo.
Un’incauta turista
Era il 2005, quando una turista canadese, di nome Nicole, unitamente ad altri del suo gruppo, volle sottrarre un tassello di questa storia e portarlo con sè. Rubò infatti alcuni tasselli di un mosaico e resti di anfore, senza che i custodi se ne rendessero conto.
Evidentemente una profanazione per le oscure divinità del luogo! Ed é proprio a queste divinità che oggi l’incauta turista chiede perdono e lo fa in una lettera, nella quale descrive minuziosamente la serie di disgrazie che da allora la colpirono. Dal cancro a una serie di sciagure che si abbatterono anche sulla sua famiglia.
Oggi, con la maturità di una donna di 36 anni, Nicole restituisce ogni cosa, unitamente agli altri turisti che le furono complici. E parla di ‘sfortuna, di #maledizione’, dichiarandosi pentita del gesto.
“Voglio solo scrollarmi di dosso la #maledizione ricaduta su di me e la mia famiglia. Per piacere accettate questi reperti così da fare la cosa giusta per l’errore che ho fatto. Mi dispiace tanto, un giorno tornerò nel vostro bellissimo paese per scusarmi di persona».
Queste parole, tratte dalla missiva della giovane canadese, ci parlano del suo pentimento, ma anche di questa terribile maledizione che potrebbe colpire chiunque osi turbare quella quiete misteriosa e densa di passato della bella Pompei.
L’antico equilibrio
Tutto ritorna e tutto si ricompone nell’eterna bellezza di questa città, rimasta sospesa nell’aria, nel tempo, custodita gelosamente da quegli dei che puniscono chi osi violare le invisibili soglie del Mistero.
#IrmaSaracino