Armenia

Calpestata, contesa, l’Armenia piange ancora le vittime del genocidio.

La Storia sa, conosce quelle verità troppo scomode da poter essere rivelate. E gli orrori, scritti dall’uomo, sono lì, su un libro spesso macchiato dal sangue di innocenti. Ma la Storia dell’Armenia si perde in un tempo immemorabile, antico forse come l’uomo. Un tempo scritto da Dio e insanguinato da crimini perpetrati da un’umanità dimentica della sua essenza.

Persa tra i suoi monti e nel suo passato, questa Nazione, provata da conflitti terribili, ma, ancora di più, da stermini di massa, ancora oggi vive con sofferenza la #persecuzione di cui é oggetto da anni.

La povertà caratterizza la quotidianità degli abitanti dei suoi villaggi, privati di tutto, ma non della propria #identità. Fierezza, orgoglio, sono scritti negli occhi di questo popolo che sa soffrire, ma sa anche lottare.

La guerra, l’abbandono

Roccaforte di un Cristianesimo profondamente radicato nell’identità stessa della sua popolazione, l’Armenia é circondata da Nazioni di religione musulmana e gli scontri, le contese, specie con il confinante #Azerbaijan, sono all’ordine del giorno.

Importante area di passaggio commerciale, é limitata dalla sua stessa geopolitica all’acquisizione di quella libertà che assume sempre più le caratteristiche di una chimera.

Purtroppo infatti le guerre con l’#Azerbaijan fanno parte di un copione ormai tristemente noto. Anni di lotte, anni di morte e sterminio.

La controversia tra i due Stati riguarda la regione caucasica del Nagorno Karabakh, abitata da una maggioranza armena, ma riconosciuta internazionalmente come parte dell’Azerbaijan.

Tutto ebbe inizio quando la votazione del soviet del Nagorno Karabakh, avvenuta il 20 febbraio 1988, ne decretò l’unione con l’Armenia, acuendo l la tensione fra armeni e azeri e determinò negli anni a seguire violenti scontri etnici. E lo scontro crebbe ulteriormente quando il Nagorno Karabakh, dichiarò la propria indipendenza che si concretizzò formalmente nel 1992, dopo lo svolgimento di un referendum confermativo ed elezioni politiche.

Fu il principio di una guerra che durò due anni e si concluse con l’accordo di Biskek. Un nulla di fatto in effetti, che portò al ‘cessate il fuoco’, ma non risolse la controversia, lasciando la regione sotto il controllo armeno.

Poi, nel 2020, la ripresa delle ostilità. Il sangue tornò a scorrere tra i sentieri di un Paradiso profanato e fu decisiva anche l’ingerenza di paesi per tradizione avversi agli armeni, quali la Turchia. Solo il 9 novembre del 2020, grazie anche alla mediazione russa, un accordo di tregua pose fine alle ostilità.

La Storia, la cultura

Punto d’incontro tra Oriente e Occidente, l’Armenia, tra il IX e VII sec. a.C.( in età protostorica), ha visto fiorire il Regno di Urartu sulle le montagne dell’Anatolia e del Caucaso meridionale

E in quell’epoca così remota, una prima espressione di scrittura ha delineato i tratti di una civiltà estremamente progredita. Ma i sentieri della Storia in queso Eden naturale si confondono con quelli di Dio.

L’Armenia è infatti la terra in cui tutto ebbe inizio. La terra di Haik, discendente di Noè, la cui arca si crede nascosta sul monte Ararat.

Una terra eletta, un luogo sacro e biblico, in cui pare che Adamo ed Eva siano stati creati nel famoso Giardino del’Eden. E in essa paesaggi incantati regalano ancora emozioni folli che risvegliano l’anima.

I suoi monasteri, arroccati su luoghi impervi, dominano le valli sottostanti e pare che sospirino al vento la voce di Dio.

Una terra quindi densa di storia, cultura e fierezza, ricca di colori, profumi. Qui passato e presente si fondono e sul volto della sua gente é scritta la consapevolezza e l’orgoglio della propria #identità.

Ma le persecuzioni continuano e la vita per gli armeni si consuma spesso nello spazio effimero di un attimo, mentre il mondo tace e li dimentica.

#IrmaSaracino