Il racconto di una notte di Natale a Roma. La magia che s’infrange nella dura realtà.
C’é profumo di #Natale in tutti noi e quella voglia di sognare, di credere, nell’attesa di una notte magica, tornando bambini e cercando quel calore di affetti che spesso non c’é più.
Le storie sono tante, storie di vita vissuta, Ricordi che affiorano dai meandri del passato, ricordi legati all’ingenuità dell’infanzia, al tepore di un lettino caldo, all’attesa di quei regali che avremmo scartato con l’entusiasmo dei bimbi. Una notte insomma che regala sogni, speranze, spesso dimentica delle certezze.
Il bagliore delle luci e degli addobbi illumina le vie, mentre forse si consuma per tanti l’ultimo atto di una vita distrutta.
Notte di Natale
-Ciao, fratello, c’é posto anche per me?- la voce giunse calda e gentile ad interrompere la squallida attesa delle ore. Tutte uguali, monotone e buie, come la mia vita.
-C’é posto per tutti su questo marciapiedi. Accomodati, potrai godere lo spettacolo di una notte di Natale sotto il cielo freddo di Roma!- gli risposi senza guardarlo.
Non riuscivo più a trovare interesse per la vita, figuriamoci per gli uomini. Percepii la sua presenza come una ventata di speranze ormai dimenticate, mentre prendeva posto accanto a me e mi porgeva una bevanda calda.
La presi con il residuo di forze che mi rimanevano- Di quale comunità sei?- chiesi guardandolo finalmente.
-Di nessuna e di tutte- mi rispose sorridendo. Era ben vestito. Un tempo, forse molto lontano, lo ero stato anch’io. Già..un tempo, quando ero un uomo!
Ricordi
Flash di un passato che avevo voluto dimenticare folgorarono la mia mente. L’attesa del #Natale, il calore della famiglia e il sorriso dei miei figli.
Non volevo pensarci, faceva male. Non avevo la forza neanche di parlare, ma lo guardai:- E’ la tua buona azione di Natale?- dissi sfidandolo.
-No, sono qui per altro. Ti piacerebbe venire con me?- mi chiese. Lo osservai con attenzione, domandandomi che volesse, intanto cominciavano a cadere i primi fiocchi di neve.
-Ci mancava anche questa!- borbottai con angoscia.Mi chiedevo se ce l’avrei fatta a superare quella notte di gelo.
-Non puoi stare qui, seguimi – la sua mano era calda, rassicurante, quando si poggiò sulla mia spalla.
Accettai, ormai non avevo più niente da perdere. Mi avevano tolto tutto: la casa, la #famiglia. Una società ingiusta la nostra, dominata da uomini privi di scrupoli che sanno creare la povertà, incuranti dell’altro.
Una società in cui il male regna sovrano e la ricchezza é nelle mani di quanti fanno della corruzione la loro etica. Politici spesso privi di scrupoli, leggi mai rispettate ed una giustizia discutibile.
La curiosità, l’abbandono
-Dove mi porti?- chiesi amaramente.
-Lì, dove c’é la speranza del #Natale e la sua luce- disse, aiutandomi ad alzarmi.
Mi appoggiai a lui, provato dal freddo e dalla fame e percorremmo il buio della via deserta. Stranamente, arrivati nei pressi di una chiesa, una delle tante di Roma, la trovammo aperta. Ma già, quello era un momento solenne per il modo cattolico. Un momento che avevo tanto atteso in passato. E rividi la gioia dei miei figli nello scartare i regali sotto l’albero.
Percepii i profumi del pranzo più tradizionale dell’anno. Ricordi, maledetti ricordi, sempre pronti a tornare!
L’uomo misterioso
-Sei un prete?- gli chiesi d’un tratto aggressivo. Mi avevano abbandonato anche loro, non tutti certo, ma eravamo in troppi senza un tetto, senza più speranze, se non quella di morire.
–No- il suo tono era pacato, mentre si sedeva di fianco su una delle panche.
– Sai, c’é stato un Dio anche per me, un tempo, molto lontano. Poi, mi ha abbandonato anche Lui- parlavo a quell’uomo ben vestito, che aveva negli occhi una dolcezza dimenticata ai nostri giorni.
– La mia storia é simile a tante altre. Avevo una piccola azienda, una casa costruita con sacrificio-. Poi lo Stato mi ha distrutto e le banche dilaniato. Mia moglie é tornata dai suoi, privandomi anche dei figli ed ora…mi vedi.
-Hai freddo?- mi chiese- vengo tra un attimo.
Lo vidi dirigersi in sacrestia ed io rimasi solo, a contemplare i fiori sull’altare, ancora spento. Al centro, quella croce e Lui, torturato, vittima e solo, nella sofferenza,
-Tieni- disse il mio benefattore, porgendomi una coperta. Ebbi la forza di ringraziarlo. – Ma sono sporco, la sporcherò.
– Ne sei sicuro? Io credo che tu sia molto più pulito di tanti altri- proferì queste parole con un sorriso. – Ora riprenditi, ti porterò in un posto fantastico. Qui non puoi rimanere.
– Lo so, ma dove mi porti?- ormai mi fidavo di lui. -Verso il Natale. Sei pronto?- disse.
– Sì- risposi, alzandomi.
Sulla via della felicità
Mi porse il suo braccio, dicendomi: – Appoggiati a me.- E cominciammo a camminare, usciti dalla chiesa, lungo una via dove non avvertivo più il freddo e lontano scorgevo una #luce.
Stranamente mi sentivo leggero e una sensazione di benessere pervadeva le mie membra.
Mi volsi a guardare e vidi il mio corpo abbandonato su quella panca, in quella chiesa ormai gremita di gente. Vidi un prete vicino al mio corpo e lo sentii dire:- Lasciatelo stare, ha trovato la sua pace!
Mi volsi in direzione del mio nuovo percorso, sempre appoggiato al mio compagno di viaggio e, sorridendogli, gli dissi:- Buon Natale!
#IrmaSaracino