Il Capodanno

Tutti pronti per salutare il nuovo anno, con le nostre speranze, i nostri desideri. Ma interroghiamoci sull’origine e il significato di questa festa remotissima: il capodanno

C’é un velo di mestizia quest’anno nell’attesa dell’anno che verrà. Provati da una pandemia che non sembra voler regredire, ma soprattutto da una nuova solitudine, ci apprestiamo, nella vicina notte di Capodanno, a levare in alto i calici. E salutare, nel fragore dei ‘botti’ il nuovo #anno. Una nuova pagina della nostra vita e della nostra Storia!

Vietato essere tristi in questa notte di gioia, perché l’entusiasmo é già di per sé la base, se non certezza effimera, di un futuro migliore.

Dodici rintocchi, poi la voglia di rinascita esploderà nei cieli, nei mille colori di un universo colorato di luci, nei calici colmi di mille bollicine e nei nostri cuori.

Ma qual é l’origine di questa #festa e delle usanze, abitualmente scaramantiche, che l’accompagnano?

La storia, l’origine

Difficile risalire all’origine di questa #festa che si smarrisce nel tempo e affonda le sue radici nei riti pagani addirittura di civiltà millenaristiche. Quali appunto la Mesopotamia del II millennio a.C. Una realtà così remota da indurci a suggestioni dal sapore favolistico.

Nell’antica Mesopotamia, infatti, in onore del dio Marduk, il dio dell’ordine, si svolgevano festeggiamenti e #riti che si protraevano per ben 11 giorni. Giorni di pura follia che garantivano liceità ad ogni eccesso.

Il dio, in quei giorni, cedeva il potere a Tiamas, la dea del caos. E, tra libagioni e sessualità sfrenata, si consumava il tempo della libertà. Era l’apoteosi del disordine!

Tutto si svolgeva nei giorni della luna nuova dopo l’equinozio di primavera, e rappresentava la fine dell’inverno.

Il Capodanno romano

Nell’antico mondo pagano dei Romani invece, tra gennaio e marzo, si celebrava il Capodanno in occasione dei festeggiamenti per il dio Giano. Il dio dal doppio volto. Simbolo di pace e di guerra.

Solo con l’avvento dl Cristianesimo quel carattere orgiastico dei festeggiamenti venne a scemare, per dare più spazio a quell’intimità domestica che era simbolo di un vincolo sacro quale quello del matrimonio.

Ma dovremo attendere secoli prima che l’inizio dell’anno per la cristianità trovi una sua collocazione cronologica ben precisa e universale.

Dopo l’avvento del calendario gregoriano, fu infatti papa Innocenzo XII, nel 1691, a stabilire la data definitiva del Capodanno: il 1° gennaio. Una data rimasta immutata nel tempo per il mondo cattolico.

Superstizioni

Come é ovvio in un momento così significativo, non potevano mancare usi e credenze popolari, spesso legate a leggende e consuetudini anche di carattere apotropaico. Comune denominatore? Tenere lontana ogni negatività.

E’ il caso dei botti, nati nell’antica Cina, veri e propri strumenti per allontanare il dio Nian. Un dio dalle sembianze animalesche, divoratore di uomini. Ma anche il colore assume una sua rilevanza e il rosso( almeno da noi europei) diviene, sulla scia degli antichi romani, simbolo stesso di potere, salute e felicità.

E, infine, quanto ai cibi, non dimentichiamo di mangiare in abbondanza lenticchie, uva e chicchi di melograno. La speranza? Quella di una tanto agognata prosperità economica in quest’Italia così sofferta

#IrmaSaracino