Sviliti dalla storiografia occidentale al rango di barbari, i Celti sono ancora oggi l’enigma nella storia delle più remote culture europee
Antichi miti, leggende, mistero fanno dei Celti l’enigma oltre la storia, nel panorama sconfinato del nostro passato più remoto, ancora per tanti versi sconosciuto.
Un popolo straordinario in combattimento, ancorato a una religiosità, per certi versi esoterica, ma che rifletteva il loro stretto rapporto con una natura incontaminata.
La loro origine
La loro origine, sulla base di studi fatti da archeologi e storici, é remotissima e sembra risalire addirittura all’età del ferro. Ma pur in epoca così lontana i reperti attestano una cultura dai risvolti sorprendenti e per certi versi di un certo rilievo.
I manufatti infatti, come le loro aree sacre, evidenziano i caratteri di #popoli non certo arretrati. Popoli di origine indoeuropea che conobbero il loro massimo splendore tra il V e il III secolo a.C., stanziati in buona parte dell’ #Europa. Dalle isole britanniche sino al bacino del Danubio, ma presenti anche nel sud. Penisola iberica, italica e anatolica. Il che lascia chiaramente intendere come fossero abili anche nella navigazione.
I conflitti
Nel ‘guazzabuglio’ di guerre e contese di quel lontano periodo, entrati in conflitto con i ‘coloni’ greci, prima, con i romani guidati da Cesare, poi, proprio a causa della loro diversità etnico-culturale furono definiti barbari e respinti da buona parte dei loro territori.
La roccaforte della loro cultura quindi rimase l’ #Irlanda, con i suoi paesaggi mozzafiato, con i suoi folti boschi e il profumo di magia e mistero che da essi proviene.
Una religiosità esoterica
Fu proprio l’ #Irlanda il terreno fertile in cui si sedimentò il seme di quel mondo parallelo, popolato da fate, elfi, gnomi e folletti, che é entrato poi nella cultura britannica e che a tutt’oggi permane nella tradizione popolare.
In linea con le leggende e le religiosità sciamaniche di tutte le popolazioni tribali i Celti svilupparono una religione politeista in cui la divinità era un tutt’uno anche con la natura. E la loro simbologia, ancora oggi un mistero per noi, ha come perno principale il ‘cerchio’. Figura geometrica magica per eccellenza.
La forma circolare delle aree sacrali, presente anche nella civiltà nuragica sarda, ne dà ampia testimonianza e ci induce a supporre che potesse rappresentare la base di un cono. Simbolo della struttura sociale piramidale del mondo divino, come di quello terreno.
Ubriaconi?
Secondo la descrizione che ci fa di essi Giulio Cesare nel De Bello Gallico, sembra che fossero inclini alle ‘sbornie’, per divenire poi lucidi e straordinari guerrieri in battaglia. Ma, in realtà, il bere aveva prevalentemente un significato sociopolitico. Idoneo a sancire alleanze o delibere assembleari.
Certamente non avevano la raffinatezza e i molli ‘mores’ dei romani, ma la loro civiltà era ancorata a vecchi principi di integrità politica e sociale.
Un fatto inusuale per i politici dell’Urbe, ma anche per quelli dei nostri giorni.
#IrmaSaracino