Una storia incredibile, ma vera ha per protagonista un bambolotto, Robert, che sarebbe addirittura ‘posseduto’
Degna del miglior copione horror é la storia di Robert, un #bambolotto di circa un metro, che , secondo testimonianze attendibili, sarebbe posseduto e che é, a tutt’oggi, star indiscussa di un museo della Florida, dove é gelosamente custodito all’interno di una teca.
Meta di tanti turisti amanti del brivido e di studiosi del paranormale, questo #bambolotto sembra non aver perso i suoi poteri. E, addirittura, risulta che per fotografarlo sia necessario ottenere il suo permesso. Pena… la #maledizione perenne e la cancellazione delle foto!
La storia
Era il 1904 quando nella splendida Key West, città insulare della Florida, nella dimora della famiglia Otto cominciarono a manifestarsi fenomeni, a dir poco, raccapriccianti. #Fenomeni che, in base anche alle testimonianze tramandatesi, sembra fossero imputabili a questo °bambolotto.
Un giocattolo, apparentemente innocuo, regalato al piccolo Robert Eugene Otto da uno dei numerosi servitori della casa, realizzato a mano dallo stesso servitore.
E fu il piccolo Robert a dare il proprio nome al bambolotto, decidendo da quel momento di farsi chiamare Eugene. Insomma una sorta di alter ego del piccolo rampollo degli Otto che divenne una presenza costante e, purtroppo, ingombrante per la famiglia.
Un copione alla Hitchcock
Da quel momento cominciò l’inferno. Mobili, oggetti spostati, incubi notturni del piccolo e voci diverse, divennero la costante di una quotidianità ormai compromessa.
Eugene sembrava aver perso totalmente la sua stabilità. Parlava col suo giocattolo e i genitori potevano sentire voci diverse. Sdoppiamento della personalità del piccolo? Potrebbe essere plausibile.
Ma tutto assunse un tono macabro quando i vicini degli Otto cominciarono a vedere Robert affacciarsi a finestre in stanze diverse, nel momento in cui in casa non era presente nessuno.
Inoltre la servitù giurava di aver visto la bambola correre per i corridoi. E spesso di notte si udiva la risata gioiosa di un bambino.
Negli anni la dipendenza di Eugene da questo bambolotto fu sempre più manifesta, al punto da minare anche il rapporto con la moglie Anne che relegò il giocattolo in una stanza tutta sua.
Morto Eugene, nel 1972, Anne decise di trasferirsi altrove e fittò la casa con una clausola ben precisa. Robert doveva essere l’unico occupante della stanza in cui si trovava. Così il bambolotto rimase solo per alcuni anni.
Ma quando anche Anne passò a miglior vita, quattro anni dopo suo marito, la stanza di Robert fu aperta per alcuni lavori. La #maledizione a questo punto tornò a manifestarsi.
Gli operari addetti ai lavori raccontarono che la bambola sembrava spostarsi ogni volta che giravano lo sguardo, e più di una volta sentirono una risata risuonare nelle stanze.
Il trasferimento al Museo
Le cose non andarono meglio per i nuovi proprietari. Rumori notturni, oggetti distrutti, stanze messe a soqquadro. E addirittura la figlia dei nuovi residenti, che aveva trovato Robert in soffitta e aveva iniziato a giocare con lui, cominciò ad avere incubi e raccontò che la bambola l’aveva attaccata.
Fu a questo punto che il giocattolo maledetto fu donato al Museo locale, il Fort East Martello Museum, dove tuttora risiede, custodito in una teca di vetro, ancora attivo, a quanto sembra, tanto da divenirne l’attrazione principale.
Ipotesi
Se dovessimo cercare delle spiegazioni ai #fenomeni che ancora si manifestano e che talvolta colpiscono gli incauti turisti che osano fotografare, senza il suo permesso, Robert, naufragheremmo in un oceano di incertezze.
Meglio, dunque, di fronte anche alle testimonianze di troupe televisive colpite dalla #maledizione, portare un ossequioso rispetto al bambolotto e alla sua privacy.
#IrmaSaracino