ModiglianiNaked woman posing sexually and showing her bum, vintage art. Reclining Nude from the Back (1917) by Amedeo Modigliani. Original from Barnes Foundation. Digitally enhanced by rawpixel.

In Modigliani  la pittura si fa strumento d’introspezione e l’anima diviene il volto dei suoi personaggi

Parlare di Amedeo Modigliani è come parlare della rivoluzione del ‘900. E la dissoluzione degli schemi e degli archetipi del passato, in lui e con lui danno alla #pittura una veste nuova. Non solo #arte , ma strumento d’introspezione ed intuizione.

Scevro da ogni asservimento o catalogazione questo geniale artista crea uno stile tutto suo, uno stile che è un mondo, oltre che un metodo.

La vita

 Nato nel 1884, a Livorno, da madre francese, Modigliani, sin dalla più giovane età è afflitto da una salute cagionevole che lo porterà a una morte prematura. Morirà, infatti, a soli 35 anni per tubercolosi.

Ma, sin da piccolo, un irrefrenabile amore per la vita e la bellezza, vissuta quasi come edoné contemplativa, si esprime nei suoi disegni. Rapidi, dai tratti essenziali e caratterizzanti.

Un talento innato, quindi, che viene incoraggiato dalla madre, a lui sempre vicina e pronta a comprenderne anche gli eccessi.

Sì, perché Il bellissimo Amedeo, sembra quasi voler esorcizzare le sue malattie con una vita dissoluta. Dominata da alcol, droghe e amori facili. Una vita che troverà, a partire dal 1906, a #Parigi, l’habitat naturale.

Parigi, infatti, in quegli anni di radicale rivoluzione culturale e artistica, rappresenta il microcosmo dell’ #Arte stessa. Intesa come libertà e sovvertimento degli schemi.

Il vero volto del ’900

Il ‘900 accomuna in un’unica voce gli artisti che gridano, esigono una nuova etica, libera da ogni rigore coercitivo, ma anche nuovi moduli espressivi. E se, in ambito letterario, si stroncano le mollezze e le mielose enfasi del secolo precedente, in pittura si ha la dissoluzione stessa dell’immagine, che diviene impressione, perdendo ogni oggettività.

In un contesto dominato dalla grande stagione del cubismo, s’inserisce il giovane Modigliani, che, però, se ne discosta, creando uno stile tutto suo.

I suoi quadri, infatti, tutti ritratti, sono rivoluzionari  e in essi la vita si esprime nei suoi piaceri immediati, con prevalenza di nudi femminili. Ma i volti, poggiati su colli esasperatamente lunghi, creano il distacco dal reale per raffigurare l’anima stessa dei personaggi ritratti.

Gli occhi, disegnati con una estrema semplicità quasi infantile, spesso sono vuoti, vitrei, perché divengono lo strumento per guardarsi dentro. E i volti, quasi tutti allungati richiamano le maschere africane tribali.

L’io, quindi, si perde come espressione identitaria del reale, per diventare pura essenza, maschera di una realtà irreale, cosmica. Ma il corpo, almeno nei nudi, non perde il suo carattere lascivo e terreno, mollemente abbandonato e spudoratamente vero.

Una società perbenista

Inutile e superfluo evidenziare le difficoltà che questo genio della #pittura incontrò nella #Parigi del primo Novecento, pur aperta a ventate innovative.

I suoi dipinti, considerati  spesso osceni, non incontrarono il favore del pubblico e quando fu allestita la sua unica ‘personale’, la Galleria che ospitava i suoi quadri fu costretta a chiudere per l’intervento della polizia il giorno successivo. Un’offesa al pudore!

Grande la delusione dell’artista e il vuoto del fallimento, che Modì colmò, come sempre, con l’alcol e con la droga.

La morte, il mito

Il suo fisico, già fragile, provato dagli eccessi e dalla miseria, cederà nel 1920.  E la morte per tubercolosi scriverà la parola fine sulla vita di Modigliani. Due giorni dopo la sua amante e convivente, Jeanne Hébuterne, si toglierà la vita.

Ma ancora oggi questo pittore maledetto resta un mito.

#IrmaSaracino