Nella notte di Santa Cecilia Taranto ci racconta il suo passato e le sue antiche tradizioni e la magia colora di suggestioni la storia
Anche il tempo si fermerà per fare posto al perenne perpetuarsi di una remota tradizione nella magia di questa notte a #Taranto. E antichi profumi, suoni evocativi dell’infanzia torneranno a colmare i vuoti di una realtà spesso difficile.
La magia delle note di dolci pastorali avvolgerà le vie di #Taranto in questa notte di Santa Cecilia, mentre il sapore delle antiche storie, tramandate da una tradizione popolare, non priva di una sua storicità, tornerà a rivestire di sogno il nostro presente.
Una tradizione remota, quindi, saluterà il #Natale, ormai alle porte. Una tradizione che affonda le sue radici nel tessuto sociale degli ’ultimi ‘, di quei poveri che hanno saputo credere, sperare. Ma, soprattutto, hanno saputo custodire usi e costumi di una quotidianità spesso consumata nell’indigenza.
Le pettole e i profumi della storia
Bar, ristoranti, aperti sino al nuovo giorno, in questa notte magica, friggeranno le ‘ #pettole’. Un cibo semplice, simbolo di una condivisione fraterna, legato a storie antichissime.
Storie tramandate da un popolo che viveva di pesca e talvolta di abbandono. Storie raccontate ai bambini nel calore di questa notte che prelude al Natale.
I vicoli del Borgo antico di #Taranto si colmeranno dell’odore di questo cibo semplice, ma invitante. E tutti, anche nella città nuova, si riverseranno per le strade, mentre la luce dell’alba inonderà i volti e i cuori.
Tornano i ricordi
Il ricordo del tempo dell’infanzia tornerà ad affacciarsi sul nostro presente, mentre squarci di un’ingenuità calpestata dalla vita colorerà di speranza anche il buio della notte. E riaffioreranno immagini, sensazioni, emozioni
Come era bello, svegliarsi bambina, al dolce suono della musica, in quelle albe tenui, nel calore del proprio lettino. C’era l’entusiasmo e l’ingenuità. C’era l’alba di un nuovo giorno, i sogni e le speranze di una vita ancora da vivere.
Il #Natale era lì, in quelle note, in quei cibi semplici ed era bello sognare, mentre si chiedeva alla nonna il perché delle ‘#pettole’. Poi iniziava il racconto e la vita si trasformava in favola.
Il racconto della nonna
Era il 1210 e Francesco d’Assisi girava per le vie ed i vicoli dell’isola tarantina, accompagnato dalla musica degli ’zampognari’.
Le donne erano intente alle loro usuali faccende, quando una, tra esse, dimentica di aver impastato il pane, scese nel vicolo per andare incontro a quel poverello che regalava felicità.
L’impasto lievitò a dismisura e, quando la donna rientrò, si rese conto che era impossibile utilizzarlo per il pane. Allora, nella tipica saggezza dei poveri, cominciò a dividerlo in piccole palline. Le immerse nell’olio bollente e fu magia anche per il palato.
Nacquero così le #pettole, quel cibo semplice che, questa notte, la notte di Santa Cecilia, tornerà a ristorare i ‘musici’, ma anche tutti gli altri che vogliano condividere quella parte di vita che oggi appare dimenticata
#IrmaSaracino