Tutto è nuovo, insolito a Napoli, capitale assoluta delle reliquie, ma anche fulcro di storia e di un modo unico d’inventarsi la vita
Camminare per Napoli è come entrare in un palcoscenico unico in cui la storia e la cultura s’intersecano con una quotidianità popolare che sa parlare di #vita, ma anche di miseria. A Napoli, infatti, tutto è straordinario. E la bellezza degli scorci paesaggistici culla, come madre benigna, i suoi figli.
Istrioni, a loro modo devoti, i napoletani sono un popolo. Sono l’altra faccia di una società che vive, pulsa, per le strade, per i vicoli, tra canti, balli e ‘trovate’ talvolta esilaranti.
Impossibile annoiarsi, dunque, a Napoli, perché anche l’aria sa di #vita e di allegria.
Cose che non tutti sanno
E, tra le tante scoperte che il capoluogo partenopeo ci riserva, non può passare inosservato il proliferare di ‘miracoli’ che da tempo remoto si ripetono nella città dei Borboni.
E sì, perché oltre all’ormai celebre San #Gennaro, legato da regolare contratto al #popolo di Napoli, la liquefazione del sangue interessa una consistente schiera di Santi.
Secondo fonti locali e di tutto rispetto, sarebbero infatti oltre 500 le ampolle contenenti grumi di sangue di santi prevalentemente provenienti da Oriente. Grumi sempre pronti a liquefarsi, con debita approvazione di un #popolo devoto.
Ma( caso singolare) in questa folla di maschi in odore di santità, spicca la liquefazione del sangue di una donna. Santa Patrizia che rifulge nel suo sonno perpetuo nella splendida chiesa del 1625, a San Gregorio Armeno.
Santa Patrizia
Copatrona, unitamente a tanti altri, della città partenopea, nobile di origine e morta a soli 21 anni, Santa Patrizia sembra proteggere le donne ansiose di trovare un marito o, all’occorrenza, un compagno devoto.
E, in linea con questa sua specifica attività, risponde alle numerose richieste delle devote con la liquefazione del suo sangue. Fenomeno questo che si verifica abitualmente di martedì, oltre ovviamente al 25 di agosto. Giorno della ricorrenza della sua morte.
Ma ciò che colpisce, entrando nella penombra di questa chiesa, è la ricchezza delle decorazioni che incorniciano ogni singolo angolo di questo scrigno di arte.
Si rimane stupiti, quasi estatici, di fronte a tanta bellezza, di fronte agli affreschi che spiccano sulla cupola. E anche le pale degli altari sono di squisita fattura.
Tutto è sontuoso, ricco. Segno tangibile di una devozione molto presente anche nel ‘600 e tra i ceti più elevati.
Per le vie
Poi, sia pure a malincuore, si esce da tanto splendore e l’impatto con la realtà del #popolo è come una sferzata.
I soliti panni stesi per le stradine o per i vicoli, fanno da cornice ai tanti negozietti di souvenir dove troneggiano corni o amuleti, decisamente stridenti con il fideismo popolare. Ma Napoli è anche questo: Paradiso e inferno.
Terra dei contrasti, ma unica e indimenticabile, si offre, spudoratamente viva, spudoratamente vera alle migliaia di visitatori che affollano le sue strade e le vestigia del suo passato.
Guardandoci intorno, giungiamo così nei pressi di un cartello, a dir poco singolare e molto promettente.
Poi L’enigma si scioglie osservando il geniale interprete di questa performance.
E ci allontaniamo tra risate e spensieratezza verso un nuovo scorcio di #vita, di storia e di teatralità.
#IrmaSaracino