Una storia dolcissima, quella di Amore e Psiche che ancora oggi, nell’oceano della brutalità, fa sognare
Il #mito di Amore e Psiche, celebrato nell’Arte con molteplici moduli espressivi, in realtà non é solo una ‘fabula‘, ma ( come del resto é tipico del mito), ha un ruolo etico formativo che traspare dai suoi contenuti, mirabilmente narrati da Apuleio nelle sue Metamorfosi.
Una digressione, dunque, posta da un autore trasgressivo e molto ‘chiacchierato’, all’interno della sua opera, già di per sé molto favolistica.
Le origini
Che il tessuto narrativo di questa #fabula abbia origini ben più remote appare evidente. Pare infatti che l’autore abbia attinto alle famose Fabulae Milesiae ( purtroppo a noi non pervenute) amalgamando il racconto con altre narrazioni probabilmente tramandate oralmente nel Nord Africa. Territorio di provenienza di Apuleio, ben noto alle cronache dell’epoca per le sue vicende amorose e per le sue attitudini alle arti magiche.
Comunque, l’autore riesce a descrivere mirabilmente una storia d’#amore che ci parla non solo di amore, di dei e di immortalità, ma sa educarci anche a ben altro. Come evidenziato dallo stesso Sigmund Freud.
Questi, infatti, attribuisce ai protagonisti della vicenda un valore rappresentativo ben preciso. Amore sarebbe la razionalità. Psiche l’iistinto. Insomma l’io e l’es, due istanze presenti in ciascuno di noi.
E, sempre per l’insigne studioso, solo trovando un equilibrio tra le due sarebbe possibile vivere in armonia, non solo con noi stessi, ma anche con il tormentato mondo che ci circonda.
Ancora una volta dunque il #mito si carica di contenuti nel mondo della psicanalisi!
La fabula
Potremmo iniziare con quel’c’era una volta’ a noi tanto caro, ma sarebbe riduttivo. Perché, anche se la vicenda é corredata da quel lieto fine così caro alle nostre fiabe rivela aspetti psicologici e sociali ancora attuali, quali l’atavica rivalità tra donne.
E, in questo caso, ad adirarsi é addirittura una dea: Venere in persona, che, gelosa della bellezza di Psiche, decide di mandarle il figlio, Amore, per farla innamorare di un uomo orribile e avviarsi al degrado e alla sofferenza.
Ma le cose non vanno per il verso giusto. Forse abbagliato dalla bellezza della fanciulla, Amore sbaglia nello scagliare la freccia galeotta e colpisce se stesso. Si innamora così perdutamente di Psiche e la porta nel suo castello.
La passione divampa tra Amore e Psiche, ma la giovane deve obbedire a un patto negli incontri notturni col suo amato: non cercare di scorgerne il viso.
La storia d’amore tra i due va avanti tra amplessi notturni e sospiri, fino a quando Psiche cede alla curiosità. E, una notte prende una lampada per scorgere il viso del suo uomo.
La sua bellezza però la distrae a tal punto che fa cadere una goccia d’olio dalla lampada. E’ la fine!
Amore si desta e va via.
La disperazione, le prove
Psiche é disperata e, in lacrime, si aggira tra i vari templi consacrati alle tante divinità dell’epoca, fino a quando approda al tempio di Venere.
Qui la dea ascolta le sue suppliche e le promette di farle rivedere il figlio, ma a patto che superi 4 prove terribili. Psiche accetta e subito supera le prime tre, poi passa alla quarta, la più difficile. Deve scendere negli inferi per chiedere a Proserpina un po’ della sua bellezza, imbottigliata in un’ampolla. Detto, fatto!
Ancora una volta, però, la giovane cede alla sua curiosità. Apre l’ampolla e cade in un sonno profondo. Solo l’intervento di Amore la salverà.
Il dio infatti, tornato dall’amata, la porta con sé sull’Olimpo, dove chiede aiuto a Giove per poter sposare Psiche. Il re degli dei acconsente e la fanciulla beve dell’ambrosia, trasformandosi in divinità.
Il lieto fine
A questo punto potremmo concludere questa bella storia d’amore tra Amore e Psiche con il classico ‘e vissero tutti felici e contenti’, assaporando così quella dolcezza che manca ormai alle storie odierne spesso culminanti in tragici epiloghi.
Ma dobbiamo andare al di là della lettura apparente e comprendere come il desiderio, rappresentato dal dio, unito all’anima, rappresentato da Psiche, possa raggiungere l’immortalità.
Anatomia, dunque, del vero amore?
#IrmaSaracino