Oman

In Oman si ha la rara opportunità di interagire con il mondo arabo senza le distorsioni prodotte da una ricchezza esagerata

L’Oman, tra i ricchi paesi del Golfo, è quello che è riuscito a mantenere una propria identità, coniugando le proprie tradizioni con la rapida modernizzazione, frutto dei cospicui proventi del petrolio.

Muscat-Grande-Moschea Oman, fra tradizione e modernità
Muscat- Grande Moschea

Tolomeo, geografo vissuto nel II secolo d.C., aveva definito Muscat, l’attuale capitale, un porto nascosto, individuando nel mare l’elemento distintivo della sua identità. Ecco che oggi Muscat si presenta ai nostri occhi come una città moderna, stretta tra le montagne e il mare, ma senza i pretenziosi grattacieli degli altri ricchi paesi del golfo.

Il colore bianco dei bassi edifici, spesso arricchiti da cupole e finestre con arabeschi, risalta sull’azzurro del mare dando alla città quell’aspetto arabo che ci si aspetta in un paese mediorientale.

Un paese denso di fascino

Ma il vero fascino dell’Oman è esercitato dalla sua #natura che, libera da strette oppressive di cemento e asfalto, si esprime in grandi paesaggi che vanno da aspre scogliere a picco sull’oceano a sterminate distese di sabbia nei deserti.

Costa-omenita-sullOceano-Indiano- Oman, fra tradizione e modernità
Costa omenita sull’Oceano Indiano

Sono proprio i suoi #deserti, dove la vita trionfa a dispetto di ogni previsione, che, con i loro panorami desolati, hanno ammaliato grandi viaggiatori come Ibn Battuta, Marco Polo e Laurence d’Arabia. I loro racconti hanno lasciato un’impronta indelebile nell’immaginario collettivo che ha fatto di questo paese una delle mete più richieste per la sua natura incontaminata.

Per secoli gli occidentali sono stati attratti dai grandi #deserti, sedotti dalle loro dimensioni sconfinate, ma allo stesso tempo intimoriti dal “vuoto”. Oggi, l’approccio a questi luoghi, con le escursioni a dorso di dromedari o a bordo di comodi fuoristrada 4×4, è reso più agevole ma forse meno romantico.

Il deserto

L’Oman è il Paese dei grandi deserti. La leggenda narra che, quando Allah suddivise l’universo in quattro parti, creò il cielo, la terra e il mare. Il quarto spazio rimase vuoto e diede vita al deserto di Rub’ al-Khali, detto dagli omaniti “Quarto Vuoto”.  Secondo per grandezza soltanto al Sahara, non è del tutto esplorato e si estende entro i confini dell’Arabia Saudita, dello Yemen e dell’Oman.

Le sue dune di sabbia color rosso-arancio possono arrivare anche a 250 metri d’altezza, creando al tramonto un caleidoscopio di luci, colori e immagini che lasciano l’osservatore sbalordito.

Il Quarto Vuoto è abitato esclusivamente dai #beduini, quei pochi rimasti ancora a condurre una esistenza realmente nomade. Allevano i rari dromedari neri, endemici di questo deserto, che costituiscono la loro unica fonte di sopravvivenza.

L’ospitalità dei #beduini è leggendaria. Le antiche e venerate tradizioni nomadi prevedono infatti l’obbligo di aiutare tutti i viaggiatori bisognosi di cibo o riposo. Ogni straniero, accolto dai beduini, viene inoltre protetto dai suoi ospiti e riceve una scorta sicura attraverso tutto il territorio della tribù.

Una natura incontaminata

Ma la natura in Oman non si esprime solo nei grandi e maestosi paesaggi ma anche in sistematici comportamenti degli animali finalizzati alla procreazione. Sulle spiagge di Ras Al Jinz, il punto più orientale della penisola arabica, ogni anno 20000 femmine delle gigantesche tartarughe verdi depongono le loro uova.

Queste straordinarie creature, a rischio d’estinzione, tornano di notte, per evitare i predatori, sulle spiagge dove sono nate, per scavare nella sabbia delle buche dove poi depongono e coprono con la stessa sabbia le loro uova.

Lo spettacolo, rigorosamente al buio, rivela una ritualità tenera e intima che lascia incantati.

La storia dell’Oman

L’Oman può vantare un ricco patrimonio storico e una società coesa che gli dà un forte senso d’identità. La sua storia è antica e piuttosto controversa.

Già nel 5000 a.C. la parte meridionale dell’Oman, l’odierno Dhofar, era il centro del fruttuoso commercio dell’incenso. Ricavato dalla linfa aromatica di un albero, questo bene prezioso era scambiato con le spezie provenienti dall’India e poi trasportato dalle carovane lungo la “via dell’incenso” attraverso la penisola arabica.

L’ambiente ideale per la crescita e lo sviluppo di quest’albero sono proprio le colline del Dhofar spazzate dai monsoni provenienti dall’Oceano Indiano durante i mesi estivi. Per millenni la storia di questa terra ha attraversato periodi di benessere economico e sociale, generato anche da conquiste d’oltre mare, alternato a periodi di gravi crisi politiche provocate da guerre intestine.

La svolta

La vera svolta si è avuta nel 1970 quando il sultano Qaboos, unico figlio del vecchio sultano Said, detronizzò il padre e prese il potere pacificamente. Cominciò per l’Oman un periodo di riforme sociali e politiche, dall’abolizione della schiavitù alla introduzione di un sistema di istruzione e sanità pubblica gratuite. Dall’estensione di una rete elettrica, che raggiunge anche i villaggi più remoti, al miglioramento delle infrastrutture.

Fu estesa la rete stradale asfaltata che era ferma a soli dieci chilometri in tutto il paese. In soli 50 anni, la popolazione, dedita esclusivamente alla pastorizia, è passata da condizioni di povertà, senza diritti sociali, a un livello di ricchezza e organizzazione sociale pari, se non superiore, a molti paesi occidentali.

Oggi l’Oman è un Paese pacifico, dotato di ospedali efficienti, college e università rinomate. È stato il primo paese arabo a consentire alle donne omanite di partecipare al governo. Esse furono invitate a ricoprire cariche importanti anche a livello ministeriale, dando inizio a quella tendenza di inclusione femminile, all’interno del processo decisionale, che continua ancora oggi.

Ma in questa cornice di modernità la parola “Oman” evoca ancora l’immagine della Regina di Saba che porta in dono a Re Salomone spezie, oro, pietre preziose e, soprattutto, il prezioso incenso.

Evoca l’immagine delle carovane di dromedari che trasportano l’incenso del Dhofar lungo la via dell’incenso. Evoca l’immagine dei dhow, antiche imbarcazioni tradizionali, ancora oggi fabbricate nei cantieri di Sur, che solcano le acque dell’oceano lungo le rotte per l’India.

Oggi, carovane e dhow percorrono rotte diverse, ma il lessico delle “Mille e una notte”, che introdusse in occidente l’universo esotico e vulnerabile di Shahrazad, continua a definire l’Oman.

#BrunoMatacchieri

Di Bruno Matacchieri

medico psichiatra, scrittore, esperto di opera lirica