Chiude con un trionfo la Madama Butterfly del teatro Petruzzelli di Bari
Pubblico in delirio al Petruzzelli di Bari per l’ultima replica, avvenuta ieri alle 18,00, del capolavoro di Puccini. Una Madama Butterfly che, indubbiamente, ha saputo scatenare nella folta platea barese emozioni uniche che si sono espresse nel finale dell’Opera con applausi scroscianti.
Un bilancio estremamente positivo, dunque, per questa opera, andata in scena alla Scala di Milano il 17 febbraio del 1904 e fischiata dal pubblico
Un fiasco clamoroso
Quando Puccini propose infatti al pubblico ambrosiano questa sua opera, non ne incontrò il favore. Fu un evento terribile per il grande compositore toscano che aveva investito tanti sforzi e speranze nella composizione di questo capolavoro, a tutt’oggi così coinvolgente e musicalmente straordinario.
‘ Fu un vero linciaggio’ dichiarò infatti Puccini in una sua lettera a un amico. Il pubblico addirittura abbandonò il teatro.
Un evento inspiegabile, anche perché, dopo poco tempo, l’opera andò in scena, dopo un’accurata revisione, al teatro Grande di Brescia il 28 maggio dello stesso anno. E fu il trionfo.
La triste storia di Madama Butterfly, giovane geisha giapponese, venne consegnata all’immortalità e, da allora, è una delle opere più rappresentate e amate dal pubblico di tutto il mondo.
Momenti di straordinaria commozione
Che la musica di Puccini riesca a parlare direttamente ai cuori, creando quell’alchimia che è anche estasi, abbandono, è ben noto, ma la Madama Butterfly di ieri sera è stata sconvolgente.
Tutto perfetto, tutto calibrato, privo di retoriche, sia nell’allestimento scenico, che nella direzione d’orchestra, ad opera del maestro Giacomo Sagripanti.
Un crescendo di emozioni, che hanno preso corpo in un allestimento scenico monocromatico, ma efficace. Il bianco, colore del lutto in Giappone, ha dominato l’ambientazione e gli abiti dei protagonisti, che si sono mossi in questo spazio quasi non definito e sovratemporale. Gli effetti suggestivi delle luci poi hanno creato i momenti, le sensazioni dei personaggi dando loro colore, corposità, spessore.
Una regia, dunque, quella di Pier Luigi Pizzi, che ha curato anche le scene e i costumi, a dir poco straordinaria. Attenta a ogni singolo dettaglio.
E, in questo ambito, così suggestivo, il coro muto del secondo atto, interpretato sulla scena dai coristi del Petruzzelli, diretti dal maestro Giovanni Farina, ha rappresentato uno dei momenti più struggenti, dal punto di vista del coinvolgimento emotivo.
Vestiti di bianco, velati, illuminati da una soffusa luce azzurra, nella loro immobilità i coristi hanno perfettamente dato vigore all’emozione.
I protagonisti, gli interpreti
I veri artefici di questo trionfo però sono stati loro, gli interpreti, che, con vocalità uniche , hanno caratterizzato i personaggi. E la tragedia di questa 15enne geisha, quasi venduta in matrimonio al giovane ufficiale americano Pinkerton, è tornata a vivere sul palco della vita.
Una incredibile Vittoria Yeo, nei panni di Cio Cio San, con la sua voce melodiosa e potente ha infatti entusiasmato il pubblico di Bari fino all’ovazione finale. Calata perfettamente nel personaggio, è stata donna, è stata madre, è stata femmina tradita in un amore in cui credeva.
Ma tutti gli altri protagonisti della vicenda sono stati perfettamente caratterizzati da interpreti unici. Dal bravo Dmytro Popov, nei panni di Pinkerton, a Luca Galli, straordinario Sharpless, fino a Nozomi Kato, coinvolgente Suzuki, il cast di questa messa in scena della Butterfly ha creato la magia di un’Opera che, se fu un fiasco in quel lontano 1904, oggi porta lo spettatore al coinvolgimento più totale
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