Al via a Taranto i riti della Settimana Santa, tra devozione ed espiazione
Dopo l’asta record che ha visto l’assegnazione a cifre da capogiro delle varie statue che impreziosiscono le processioni della Settimana Santa di Taranto, stanno per accendersi le luci( si fa per dire) su una devozione di sapore prettamente popolare che si perpetua da secoli.
Una devozione che in molti casi é anche espiazione, stante le scarse disponibilità economiche della gente comune, che non avrebbe mai potuto permettersi l’accaparramento dei simulacri sacri nella ‘gara’ che ha movimentato ( non certo in odore di santità) l’interno della Concattedrale di Taranto, nonché la vetusta chiesa di San Domenico.
Il ricavato dell’asta? Cifra record che, ovviamente, servirà alle varie congreghe per l’attuazione di opere pie.
Tutto é pronto
E, nell’attesa di una ritualistica che si rinnova ogni anno nella città dei due mari, ci si dispone, con grande fervore religioso, ad assistere alle varie processioni che rappresentano indubbiamente un valore aggiunto, dal punto di vista socioculturale, per il nostro territorio.
Processioni che sfileranno tra una folla di fedeli e curiosi, con quella teatralità devozionale che accompagna simili manifestazioni. Perché sì, in questa società che va alla deriva, ciascuno anela all’intervento salvifico del divino.
E non importa se l’adorazione e le lacrime sono rivolte a dei simulacri. Ciò che conta é quel senso di totale abbandono fideistico che, in questa settimana, unisce tutti gli strati sociali. Almeno così si spera.
‘Orribil furon li peccata miei’
Per una volta, dunque, il pentimento, mimato da quell’incedere ondulatorio tipico dei ‘perdoni’ tarantini, in gran parte scalzi, salverà anche quelle anime turbolente che affollano la nostra quotidianità.
E, si spera, quel Dio tanto invocato perdonerà anche ‘il mercato’ fatto all’interno del tempio.
In odore di pentimento, dunque, le anime ribelli, debitamente incappucciate, sfileranno dopo aver pagato fior di quattrini per poter essere insigniti di tale ruolo e il popolo assisterà con devozione o per tradizione a queste processioni.
Benvenuti al Sud
Ma, in considerazione della molteplicità dei riti che, pur con le locali tradizioni, caratterizzano la Settimana Santa del nostro Sud e in genere di quelle nazioni, come la Spagna, che hanno vissuto le repressioni manipolatorie del Cattolicesimo ufficiale, val la pena osservarne l’aspetto culturale.
Perché in fondo la cultura di un popolo, di un territorio, che si esprime anche negli ambiti cultuali, é l’espressione della sua storia.
#IrmaSaracino