Oggi, 10 maggio, terminano a Taranto i festeggiamenti in onore di San Cataldo. Grande devozione e curiosità dei presenti
L’approccio alla vita di coloro che godono degli onori della santità non é mai semplice. Si rischia di rimanere imbrigliati in quel mix di storie e leggende che ne impediscono una narrazione veritiera, documentabile storicamente. Perché, in fondo, anche la storia ha le sue false verità, specie se non suffragata da documenti attendibili nella loro oggettività. E, in ragione di ciò, la vita di San Cataldo, giunto nel lontano VII sec. a Taranto dalla ancor più lontana Irlanda, si presta alla leggenda. A quel fideismo popolare che, in odore di espiazione, carica e colora di misticismo queste figure del passato.
Indubbiamente exempla vitae per la loro rettitudine e devozione, ma talvolta esageratamente innalzate agli altari della produttività miracolistica.
Ma l’uomo ha bisogno di credere nei miracoli, ha bisogno di credere in un aiuto sovranaturale che, al di là dei suoi limiti, possa intervenire. Magari flagellandosi o sopportando il peso di statue e simulacri vari, al fine di garantirsi un pass per l’aiuto salvifico.
Ciò non toglie che la fede travalichi i limiti della razionalità e sia già di per sé un mistero, ma é opportuno seguire le parole straordinarie di un uomo che ha scritto la storia. Un uomo di nome Gesù.
Taranto e il suo San Cataldo
Sin da piccolo, cresciuto nel rigore di una famiglia ancorata a sani valori etici, Cataldo si distinse per la sua bontà e il suo ossequio a quelle leggi che dovrebbero, oggi più che mai, caratterizzare i rapporti umani. E il suo desiderio di andare in Terra Santa nel 680, fu il naturale coronamento di una vita vissuta nella rettitudine.
Fu qui che il vescovo Cataldo, ebbe una visione ( ovviamente secondo la leggenda). Gesù gli apparve, invitandolo ad andare a Taranto, ormai fulcro di un paganesimo decisamente non molto etico.
Le storie e i racconti non si soffermano sulle ovvie difficoltà del viaggio, ma riferiscono del suo approdo in provincia di Lecce. In quella locatità che ancora oggi porta il suo nome.
Poi, il suo arrivo a Taranto fu costellato da una serie di miracoli ben noti ai tarantini. Questo santo, capace di domare le tempeste col suo anello, capace di resuscitare i morti e di guarire gli ammalati divenne in breve il patrono della città dei due mari.
E Cataldo , il santo venuto dal mare fu compagno, vita e sollievo per una popolazione che viveva prevalentemente sul mare e grazie al mare.
Taranto, oggi
Ed oggi, dopo le spettacolari processioni che hanno caratterizzato i festeggiamenti per il suo santo patrono, Taranto chiuderà i suoi tre giorni in onore di Cataldo con un percorso di fede attraveso le sue vie, illuminate dalla presenza della statua di Cataldo. Poi musica e fuochi d’artificio coloreranno di suggestioni cromatiche e sonore la notte tarantina di questo 10 maggio.
Mentre domani ci sarà la speranza di una nuova vita, di una rinascita dalle ceneri della sofferenza. Un nuovo domani, dunque, per la bella Taranto.
#IrmaSaracino