Ginosa

Al confine tra Lucania e Puglia, la ridente cittadina di Ginosa stupisce per la sua storia millenaria, ma anche per quell’alone di mistero che avvolge le sue gravine

Che la Puglia sia la terra dell’incanto e dei profumi, del mare e della Storia, scritta sulle pareti di un passato ancora tutto da vivere e, talvolta, tutto da scoprire, è ben noto.  Ed è per questo che addentrarsi anche nei luoghi meno noti o dimenticati è una scoperta che rinnova in ciascuno l’entusiasmo per uno squarcio di bellezza e di passato che si schiude. E, tra queste scoperte, emerge la ridente Ginosa, la cui storia sembra risalire addirittura a 50.000 anni fa.

ginosa5 Ginosa, perla di storia e di mistero
Nucleo abitativo della gravina

Camminando nella storia

Posta a circa 240 m. sul livello del mare, baciata dal sole e mossa da quella sottile brezza che sembra sospirare suggestioni antiche, Ginosa ha un suo fascino, una sua magia.

Tra gli olivi secolari e i vigneti della sua piana, si percorrono sentieri, talvolta impervi, ma densi di suggestioni. Sentieri che rivelano nuclei abitativi, risalenti addirittura  al paleolitico medio.

Nelle sue grotte, infatti, trovarono  l’habitat naturale più adeguato alla loro quotidianità gli uomini del paleolitico, scoprendo nel tempo  che esse potevano essere scavate e ampliate, tanto da potervi conservare l’acqua.

Fu la gravina di Rivolta il primo nucleo abitativo di questa cittadina, poi ampliato dall’altra gravina. Quella di Casale.

gino1 Ginosa, perla di storia e di mistero
Interno di una grotta

Insomma un vero concentrato di storia che si legge tra quelle cavità, tra quelle dimore rupestri perse in una vegetazione selvaggia, ma densa di fascino.

Così simili alla gravina della vicina Matera, ma perse nel silenzio dell’abbandono, le gravine di Ginosa offrono comunque uno spettacolo unico, avvolte da un’atmosfera magica, quasi surreale-

Giungendo al Medioevo

Che il Medioevo abbia lasciato anche nel nostro Sud segni tangibili non è una novità. Ma che l’incuria e la scarsa propensione alla valorizzazione del territorio di molte amministrazioni abbiano regnato sovrane, è una piaga ancora aperta . Specie in molte aree dell’hinterland tarantino.

A Ginosa, infatti, il Medioevo è ancora presente e testimonia la realtà sociale, profondamente diversificata, di questa città che, nei secoli ha vissuto periodi di fulgore, come in età romana.

Il Medioevo è lì, in quelle grotte, dimore  della gente comune,  ma è anche nella maestosità di quel castello che domina tutta l’area circostante.

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Il Castello

Un castello che risale addirittura alla metà dell’XI secolo, quando Ginosa divenne roccaforte e possedimento di Roberto il Guiscardo.

La funzione difensiva di questo maniero è testimoniata dalle sue mura possenti, angolate che sembrano incidere la roccia e che dominano tutto l’arco jonico tarantino, all’epoca infestato dalle continue incursioni saracene.

Poi, si avvicendarono varie fasi della storia di questo territorio, conteso da Taranto e da Lecce, fino ad arrivare agli anni bui del brigantaggio, sgominato solo a ‘800 inoltrato.

Ginosa oggi

Ciò che sorprende, confrontandoci con la storia di questa città, con le sue ricchezze culturali e archeologiche, è che, ancora oggi, Ginosa non sia un’ ambita meta turistica e viva le sue contraddizioni e le sue problematiche nel silenzio dell’indifferenza. Ma la speranza é l’ultima a morire.

E auguriamoci che questa perla di storia e di cultura possa risplendere un domani di luce propria  nel panorama, molto spesso buio, del nostro Sud.   

#IrmaSaracino