campane

Città medievale dell’Appennino molisano, Agnone deve la sua fama alla produzione delle sue campane, esportate in tutto il mondo

A 830 metri sul livello del mare, nascosta tra montagne rivestite di boschi e praterie, Agnone custodisce, nel suo scrigno di tradizioni, la più antica azienda artigiana d’Italia, a gestione familiare. La Pontificia Fonderia di campane Marinelli.

Nulla é mutato

Nei locali di un antico granaio tutto è rimasto immutato. Sembra una scena del Medioevo. Legna da ardere accatastate, campane polverose che penzolano dal soffitto, placche di gesso di Madonne e Santi appese alle pareti.

Il procedimento di produzione è sempre lo stesso dal 1040, stessi mezzi, stessi tempi e stessi materiali. Anche il proprietario è lo stesso. La Famiglia Marinelli che si alterna di padre in figlio da un millennio nella gestione dell’azienda.

La procedura di fabbricazione è complessa e comporta tre mesi di lavorazione. La prima cosa da fare quando si crea una campana è decidere la sua tonalità. Questo avviene attraverso una serie di calcoli matematici basati sul dimetro, altezza e spessore della campana.

Essa nasce con una nota e una sua tonalità specifica. Solo successivamente si passa alla vera e propria produzione che comprende le tre fasi, dell’anima, della falsa campana e del mantello.

A questo punto il modello in negativo ottenuto viene internato nel fosso di colata e, con un rito quasi mistico, alla presenza di tutti gli operai, viene versato il bronzo fuso a 1.200 °C. Dopo un lento raffreddamento la campana è pronta per il collaudo musicale.

Il Museo

Accanto alla millenaria fucina è annesso il Museo intitolato a Giovanni Paolo II che custodisce un copioso numero di strumenti di lavoro. Preziosi calchi e, soprattutto, la collezione più vasta del mondo di campane costruite dall’anno Mille sino ai giorni nostri.

Il pezzo sicuramente più importante del museo è un raro esemplare di campana gotica che la tradizione vuole che sia stata fusa circa un millennio fa ad Agnone. Ma anche reperti di grande significato storico e morale, come un contenitore con alcuni dei bossoli raccolti dai bambini albanesi nel 1998 e che sono stati fusi per creare la Campana della Pace.

Dai preziosi documenti, foto e testi antichi si può ricostruire la millenaria storia di una dinastia di fonditori fatta di alterne fortune e complesse vicende.

Secondo gli studiosi, l’arte metallurgica è stata portata ad Agnone nell’XI secolo dai mercanti veneziani. I numerosi monasteri, dislocati nella zona, hanno poi contribuito alla proliferazione delle fonderie di campane.

La fonderia Marinelli, storia

La nascita della fonderia Marinelli si fa risalire a quel periodo storico detto della “Terra Borellense” (XI secolo), quel territorio posto tra l’Abruzzo meridionale e il Molise settentrionale che comprendeva i due maggiori feudi, Agnone e Pietrabbondante, della famiglia Borrello.

Capitani di ventura della Repubblica di Venezia, i Borrello portarono in questo territorio un notevole numero di soldati e artigiani veneziani che dettero vita in Agnone al quartiere della Ripa, detto appunto quartiere veneziano. Fu proprio in questo quartiere che si sviluppò un’intensa attività artigianale. Soprattutto la lavorazione dei metalli, oro, rame, ferro e bronzo.

Al di là dei miti e delle leggende la storia della Fonderia Marinelli ha delle certezze. Nel 1339 Nicodemo Marinelli, detto “Campanarus” firmò una raffinata campana di circa due quintali per una chiesa del frusinate. Nel 1924 papa Pio XI concesse alla famiglia Marinelli il privilegio di effigiarsi dello Stemma Pontificio.

Non sono mancati però anche momenti difficili come quelli legati alla Seconda Guerra Mondiale durante la quale, per motivi bellici, era in atto la requisizione di campane da fondere per la produzione di cannoni ed altri ordigni bellici.

Inoltre, Palazzo Marinelli fu utilizzato da varie truppe straniere come Quartier Generale. Mobili, attrezzi e importanti documenti andarono così perduti perché bruciati per alimentare le stufe di riscaldamento.

Il presente

Ancora oggi qui si creano campane per le chiese più note ed amate della cristianità, destinate ad ogni latitudine della Terra. Dopo aver realizzato la maestosa campana del Giubileo 2000, è già pronta infatti la campana del Giubileo della Speranza del 2025.

Il lavoro dei fonditori Marinelli prosegue inalterato, sia per tecnica di produzione, sia per perizia passione e professionalità. Oggi, l’arte campanaria della Fonderia Marinelli è candidata alla lista dei beni immateriali dell’Unesco.

Campana-Giubileo-2025 Le campane di Agnone suonano ancora
Campana del Giubileo 2025

In altri tempi la gente faceva affidamento sulle campane per trasmettere un messaggio, per secoli infatti sono state usate per la comunicazione.

A seconda dei diversi tocchi poteva essere annunciata una morte, oppur un matrimonio, un allarme. Si veniva cos’ a creare un paesaggio sonoro che riecheggiava nei borghi come nelle città.

L’arte campanaria dunque ha radici profonde nella nostra storia e, nei nostri territori, rappresenta un carattere originale della nostra nazione.

Usate da secoli per la comunicazione, le campane quindi ci parlano ancora e scaldano i nostri cuori. E, dopo una visita ad Agnone e alla Fonderia Marinelli, il suono di una campana non sarà più ascoltato con lo stesso orecchio.

#Bruno Matacchieri

Di Bruno Matacchieri

medico psichiatra, scrittore, esperto di opera lirica

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