Ha avuto inizio questa notte in Libano quella che Israele ha definito un’operazione mirata a colpire obiettivi ben precisi
Nella giungla di notizie che si susseguono a ritmo febbrile, giungono i primi dettagli della tanto temuta e annunciata operazione di terra israeliana in Libano. I carri armati israeliani e le truppe, ammassate sin dal mattino di ieri al confine settentrionale, hanno fatto irruzione nel territorio libanese.
Ancora però non si conosce l’esatta portata di questa incursione e i dettagli di essa appaino alquanto vaghi. I media libanesi parlano di un’incursione anche nel sud del Paese, ma sembra che il fuoco dell’artiglieria israeliana si sia incentrato principalmente sui villaggi a nord.
Le dichiarazioni ufficiali di Israele
Secondo il Jerusalem Post teatro della manovra militare sarebbero stati numerosi villaggi nel settore orientale del paese, dove, a detta dell’intelligence, Hezbollah avrebbe numerose strutture terroristiche.
Ma, come riferisce il the Guardian, ‘gli obiettivi dell’ operazione limitata, come descritta da Israele, sono rimasti in gran parte poco chiari’
Raid aerei sul Libano e sulla Siria
Incessanti i raid aerei israeliani che avrebbero colpito anche il sud di Beirut, nonché un campo profughi dove, secondo Israele, pare vi fosse un membro del movimento palestinese Fatah.
Una notte terribile, dunque, che ha visto l’incessante attività dei jet bombardieri israeliani. Un pioggia di bombe é caduta infatti anche su Damasco, mietendo vittime tra i civili. Non si arresta dunque l’escalation di violenza che sta assumendo toni preoccupanti.
Netanyahu, dunque, non si arresta e, dopo il suo storico discorso all’Onu, mostra i pugni e persegue i suoi obiettivi, probabilmente forte dell’appoggio statunitense.
Ore di tensione
Cresce la tensione per le sorti dei nostri soldati, di stanza in LIbano, mentre il nostro ministro Tajani esorta gli italiani, residenti in territorio libanese, a fare ritorno in patria.
L’allarme per le sorti dei propri connazionali é generale. Un po’ tutti gli stati europei stanno sollecitando infatti i propri connazionali a fare rientro nelle rispettive patrie.
Più tiepida la reazione degli Stati Uniti, che, pur deprecando ( almeno nominalmente) ogni forma di violenza hanno continuato a fornire armi ed aiuti economici a Israele. Dopo aver inviato portaerei nelle acque israeliane, l’America di Biden ha dichiarato tutto il proprio appoggio allo stato ebraico.
Inoltre il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, ha riferito di aver avuto un lungo colloquio telefonico con il suo omologo israeliano, Yoav Gallant. Un colloquio dal quale sarebbe emersa la necessità di smantellare “le infrastrutture di attacco lungo il confine” con
il Libano.
Poi ha espresso le reali intenzioni degli Stati Uniti.: “difendere il personale, i partner e gli alleati statunitensi di fronte alle minacce provenienti dall’Iran e dalle organizzazioni terroristiche sostenute da questo”
Una dichiarazione che ha un suo peso e che, finalmente, dopo le ambiguità precedenti, mette in luce la reale posizione dell’amministrazione Biden.
#IrmaSaracino