Dopo la vittoria schiacciante del centrosinistra alle regionali in Umbria ed Emilia Romagna, é il momento della riflessione per il centrodestra italiano
Messi da parte gli usuali toni trionfalistici, così cari a buona parte della politica italiana, il centrodestra conosce l’amaro sapore della sconfitta.
La vittoria del centrosinistra in Umbria ed Emilia Romagna é infatti un campanello d’allarme per la coalizione al governo in Italia. E, malgrado le dichiarazioni di Tajani, che rivendica l’affermazione del proprio partito, malgrado le argomentazioni poco convincenti di un Salvini decisamente più pacato, il risultato é lì, sotto gli occhi di tutti. La debacle del centrodestra é una realtà.
Una sconfitta che brucia
Se anche la nostra Giorgia nazionale, messi da parte i megafoni e indossati i panni più moderati della perfetta leader, si congratula con i vincitori, De Pascale per l’Emilia Romagna e Proietti per l’Umbria, formulando l’augurio di una collaborazione futura, parte la ‘caccia alle responsabilità’ all’interno della coalizione di centrodestra.
Certo la sconfitta, resa amcora più amara dalla perdita dell’Umbria ( roccaforte della lega), fa male, ma bisogna andare avanti. Bisogna guardare alle prossime elezioni regionali che nell’imminente 2025 chiameranno alle urne ben 6 regioni italiane.
Campania, Veneto, Toscana, Puglia, Marche e Valle d’Aosta saranno infatti protagoniste di una tornata elettorale che potrebbe riservare delle sorprese, specie nel profondo Sud, scontento per la famigerata legge sull’autonomia.
Un malcontento generale
Il malcontento dilaga, inutile negarlo. lo racconta il crescente assenteismo degli elettori italiani, lo racconta la crescita della povertà, ma soprattutto lo raccontano i tanti settori dell’economia nazionale, messi in ginocchio e preoccupati da una finanziaria che non fa ben sperare in un futuro più roseo.
Certo il quadro internazionale non é dei migliori, ma un minore sperpero di denaro per l’edificazione di centri d’accoglienza per migranti all’estero non guasterebbe.
La voce del popolo
Non dobbiamo dimenticare che il popolo ha una sua voce, che non può essere ignorata, né tanto meno messa a tacere con le usuali apostrofi propagandistiche delle vestali della politica o di ministri maldestri che addirittura associano la responsabilità del femminicidio ai migranti.
Il popolo vuole, esige dati concreti. Vuole interventi reali quando calamità ed eventi disastrosi li privano di tutto, vuole provvedimenti che abbiano una logica legata all’interesse effettivo dei cittadini.
Ed é in questa ottica che va letto ogni risultato elettorale, ma soprattutto quell’assenteismo, in sede elettorale, che fotografa la delusione di migliaia, milioni di elettori.
Irma Saracino