Tante le leggende sul vischio, una pianta che rappresenta sin dai tempi più remoti sacralità e magia
Dobbiamo risalire molto indietro nel tempo per cercare l’origine delle numerose leggende che danno al vischio un’aura di sacralità, associata poi dai cristiani alla magia del Natale.
E, un po’ dovunque in Europa, questo arbusto veniva considerato simbolo di vitalità, di energia, ma anche di prosperità e fertilità. Insomma un vero dono degli dei, sia presso gli antichi sacerdoti druidi che presso le popolazioni celtiche.
Il potere del vischio tra i Celti
Indubbiamente affascinante è il mondo misterioso di queste popolazioni che diedero avvio, in una larga area dell’Europa nordoccidentale a tradizioni che ancora permangono.
Un mondo popolato da divinità prevalentemente legate alla terra, ma anche agli elementi naturali. E in questo mondo anche le piante avevano un loro ruolo preciso, come appunto il vischio.
Questo arbusto, infatti, serviva per allontanare malattie, ma anche disgrazie e, inoltre dava agli uomini il potere di accedere al mondo degli inferi e di cacciar via i demoni.
Ma il vischio dai Celti era utilizzato, nella sua parte erbacea, anche per curare malattie. Un utilizzo, questo, ancora presente ai nostri giorni, specie per problemi cardiocircolatori.
Si comprende quindi come questa pianta fosse raccolta tutto l’anno, anche nei mesi estivi. Ma l’arbusto era utilizzato anche per adornare l’interno delle case con uno scopo ben preciso: allontanare le streghe.
Dalla magia alla nascita di leggende
Su un substrato di questo tipo era facile che nascessero leggende tramandate oralmente, specie tra i popoli scandinavi, su questa pianta che comunque, ancora oggi ha un suo valore simbolico.
Tra di esse quella più diffusa, ma anche più affascinante, è quella legata al mondo degli dei scandinavi. Una leggenda che ha per protagonista un dio, Balder, bello, buono e amato da tutti
Si narra che il dio, già da tempo preda di incubi che parlavano di una sua morte imminente, un giorno fosse colpito a morte da una freccia, scagliata addirittura dal fratello. Ma la disperazione della madre, la dea Frigg, ebbe la meglio anche sulla morte.
Il suo pianto sconsolato infatti salvò il figlio, perché le sue lacrime, cadendo sulla freccia, fatta di rami di vischio, si tramutarono per magia in Bacche bianche. E Balder ritornò alla vita.
La gioia di Frigg fu tale che da quel momento, in segno di ringraziamento, prese a baciare chiunque passasse sotto il vischio.
E, ancora oggi, è tradizione che gli innamorati debbano baciarsi sotto questa pianta, simbolo di vita e di amore, al fine di ottenere la protezione eterna della dea Frigg, espressione del vero amore.
Irma Saracino