Tra i 90 detenuti palestinesi, liberati ieri da Israele, anche 21 bambini. Nei loro occhi l’orrore
Ha il sapore dell’ incertezza questa tregua che mette a nudo una realtà di cui nessuno parla. Una realtà che racconta gli orrori subiti dai bambini palestinesi. Non solo per le bombe, ma anche per il carcere, come denunciato in più occasioni da Save the children.
Si è parlato tanto, e a ben ragione, della liberazione dei primi tre ostaggi israeliani nelle mani di Hamas da quel fatidico 7 ottobre. Si è osannato il successo, nella mediazione, degli Usa, del Qatar e dell’Egitto, ma dei 21 bambini palestinesi, detenuti da tempo nelle carceri israeliane, neppure una parola.
Una tregua effimera ?
Nel tripudio generale anche le oscure parole di Netanyahu sono passate in secondo piano. E l’illusione che questa tregua possa essere il principio di un cessate il fuoco duraturo ha avuto la meglio sulle paure e le tante incertezze.
Solo 12 ore prima dell’avvio della tregua il leader israeliano ha infatti esplicitato le sue intenzioni. “il cessate il fuoco è temporaneo” , ha dichiarato con fermezza, evidenziando l’appoggio incondizionato degli Stati Uniti.
E, ovviamente, nel suo discorso, ha subordinato la ripresa delle ostilità al mancato rispetto, da parte di Hamas, delle condizioni della seconda fase della tregua. Un’eventualità, questa, che implicherebbe una ripresa del conflitto “in modi nuovi e con grande potenza”.
Per un lancio di pietre
Fame, abusi, tra cui anche la violenza sessuale, sono stati la costante di una detenzione ai limiti della sopportazione umana per questi bambini. Anni di carcere, anni di torture, di orrore, come raccontano minori che hanno provato questo inferno. Un inferno ignorato anche dai genitori, spesso ignari di dove fossero.
Una condizione che è andata peggiorando dal 7 ottobre. Una condizione vietata dal diritto internazionale, scritta negli occhi e sulle ferite ancora visibili sui loro corpicini.
Quale il loro reato? Il lancio di pietre. Un reato che per loro può comportare una detenzione anche di 20 anni. Né ha sortito alcun effetto la condanna del 19 luglio scorso della Corte internazionale di giustizia (ICJ).
I bambini palestinesi continuano ad affollare le carceri israeliane e a loro è negato il sogno, è negata quell’ingenuità che dovrebbe accompagnare la loro età
La realtà oggettiva
Israele è l’unico Paese al mondo che persegue sistematicamente i bambini nei tribunali militari. Una situazione che dura da decenni.
Irma Saracino