isola di Pasqua

Luogo remoto e avvolto dal mistero, l’isola di Pasqua stupisce e affascina i visitatori

Persa nel Pacifico, con le sue coste ripide, prive di spiagge, battuta dagli alisei, l’isola di Pasqua rappresenta uno dei luoghi più remoti e difficilmente raggiungibili dal turismo di massa. Di natura vulcanica, con una superficie di appena 70 chilometri quadrati, quest’isola, che fa parte del Cile, dista da esso ben 3.600 chilometri.

Una distanza difficilmente percorribile per via marittima, anche a causa della difficoltà di approdo alle sue coste. La si può raggiungere infatti solo con voli in partenza da Santiago che hanno una durata di circa 5 ore. Unico aeroporto dell’isola é quello di Mataveri, ampliato solo negli anni sessanta.

Isolata dunque, scarsamente abitata, pressoché priva di vegetazione, l’isola comunque stupisce e affascina il visitatore con il suo silenzio, ma soprattutto con la presenza dei suoi Moai. Statue gigantesche, monolitiche che si ergono fino a raggiungere altezze di 21 metri, con un peso sino a 85 tonnellate.

Statue che ci parlano di un passato avvolto dalla leggenda e ricco di misteri, su cui tante sono le ipotesi e, talvolta, le congetture dei studiosi.

isola-di-Pasqua1 L'isola di Pasqua, il mistero, la leggenda
I Moai allineati

Una storia controversa

Ripercorrere la storia di quest’isola é a tutt’oggi estremamente complesso, malgrado la frequenza degli scavi archeologici condotti su di essa.

Difficile infatti stabilire l’origine dei suoi primi abitanti, ma ancor di più difficile stabilire l’origine ele modalità di trasporto di questi monoliti giganteschi, molti dei quali perfettamente allineati, con le spalle al mare.

I Moai

Con i loro volti quasi antropomorfi, i loro menti aguzzi e i loro nasi adunchi, queste statue, sepolte per buona parte nel terreno, sono sicuramente espressione di una religiosità legata ad una simbologia avvolta dal mistero, dalla leggenda. Che i primi abitanti fossero devoti ad uomini -uccello (Tangata manu) che, secondo una leggenda sarebbero venuti dal cielo e, quindi, in grado di volare, parrebbe essere suffragato proprio da questi Moai.

Inoltre gli scavi archeologici hanno portato alla luce un volto, scolpito nella roccia, che rappresenterebbe il volto di Makemake, il capo di questi uomini uccello. Questi, sulla base della mitologia locale, sarebbe stato il creatore dell’umanità. Il dio della fertilità, nonché capo degli altri uomini-uccello.

Narra la leggenda che i colossi di pietra si muovessero grazie a una forza misteriosa, che solo due sacerdoti potevano controllare, ma la loro scomparsa improvvisa pose termine alla costruzione delle statue.

Un intervento alieno?

Leggende, queste, appartenenti alla narrazione popolare, ma che sembrano suffragare le fantasiose ipotesi di  Erich von Däniken, acceso sostenitore di un intervento alieno sull’isola di Pasqua o Rapa Nui. Ciò sarebbe accaduto molto prima che gli abitanti dell’isola entrassero in contatto con gli europei e avrebbe avuto un significato ben preciso: segnalare la loro presenza su Rapa Nui ad altri extraterrestri.

Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, né abbiamo certezze sul modus vivendi degli abitanti dell’epoca che si sarebbero estinti a seguito di malattie importate dafli europei, a partire dal 1722, ma anche a seguito di deportazioni schiaviste.

L’isola di Pasqua oggi

Al di là di questo alone di mistero che avvolge quest’isola, aggirarsi tra quelle statue, avvolte dal silenzio del tempo, é come perdersi nell’ignoto. E il visitatore non può che rimanere allibito di fronte alla monumentalità di queste statue che dominano la scena di un popolo, ancora oggi, ignoto.

Irma Saracino