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Tra standing ovation e accese contestazioni l’atteso primo discorso del presidente Trump al Congresso Usa

Tra gli usuali toni enfatici, esaltanti il ritorno di un’America grande, e le retoriche legate ad un‘ipotetica età dell’oro ( ovviamente per l’America), ha avuto luogo nella notte italiana il primo, atteso, discorso dell’imperatore Trump al Congresso Usa. Un vero e proprio show mediatico in linea con le astute strategie di comunicazione dell’istrionico Tycoon.

discorso-di-trump1 Show di Trump al Congresso Usa
Dal celebre video pubblicato Da Tump

100 minuti di autocelebrazione

Un discorso fiume, durato circa 100 minuti, nel quale the Donald, circondato dalla sua corte, ha toccato i punti più salienti dell’attuale situazione internazionale, certamente non esaltante.

Sostanzialmente un bilancio dei suoi primi 43 giorni di Governo, mirati a portare solo ed esclusivamente l’America( a suo dire) allo splendore di una Storia che, in realtà, non ha mai brillato.

Evidentemente il tycoon non conosce molto i processi storici del passato e le origini di quello che lui chiama popolo americano. Ma non importa a the Donald, da parte dell’elettorato Usa, si perdona tutto, anche l’ignoranza, geografica e storica, in ragione del business.

Gli argomenti

Malgrado il dissenso animato dei Dem presentii, messi a tacere in malo modo, circondato dalle ovazioni dei suoi accoliti, gelosi custodi delle proprie poltrone, il presidente ha toccato i punti più significativi del suo operato. Dalle deportazioni di massa degli immigrati, alla guerra dei dazi, ( temuto boomerang per gli americani), si é scagliato contro la precedente amministrazione Biden, nonché contro un’ Europa, in grado solo di sfruttare l’America, senza dimenticare i deliri espansionistici dell’America in Groelandia, sul canale di Panama e, da ultimo, su Marte.

Insomma la campagna denigratoria nei confronti del resto del mondo, ad esclusione della Russia, ha avuto luogo in un crescendo di retorica e di mendacità. mentre l’imperialismo americano é ritornato in tutto il suo splendore

La resa di Zelensky

Solo nella fase conclusiva di questo show, é giunto, nelle vesti di pacificatore supremo, alla questione più spinosa: il conflitto in Ucraina.

Dopo l’annuncio di ieri dello stop agli aiuti alla ‘Martoriata Ucraina‘ ha esultato nel rendere partecipi gli Americani della resa del poco rispettoso Zelensky.

Questi infatti, a suo dire, gli avrebbe inviato una lettera, dichiarandosi pronto a trattare una pace con la Russia sotto la mediazione del Tycoon. Una debacle in piena regola per un Zelensky messo alle corde.

E, quanto alla Russia? Disponibile, ovviamente, alla pace. Peccato che proprio questa notte la violenza dei bombardamenti russi in Ucraina abbia seminato morte e distruzione.

Allora, mr. President, non sottovaluti le ex spie del KGB.

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