hanami

Legato alla fioritura dei ciliegi, l’Hanami é la consuetudine di ammirare i fiori, simboli di bellezza, ma anche di caducità della vita

Paese dai forti contrasti, legato a tradizioni millenarie, ma anche aperto ad una tecnologia avveniristica, il Giappone ci regala petali di sogno e di spiritualità, custoditi dallo scrigno della sua storia millenaria. Una storia che si esprime in rituali che si perpetuano da tempo remotissimo, intrisi di narrazioni leggendarie, dense di spunti di riflessione. E in questo scrigno di preziosi racconti, di miti e di leggende s’inserisce una tradizione millenaria dal forte significato spirituale e filosofico: l‘Hanami. Ovvero la consuetudine di ammirare, in tutto il loro splendore, i fiori di ciliegio.

hanami4 L'Hanami giapponese e le sue antiche leggende
I fiori di Ciliegio

Fiori che impreziosiscono con i loro colori i parchi delle città o i paesaggi mozzafiato di una natura incontaminata con la quale la grande spiritualità dei giapponesi si confronta ed interagisce.

La natura, quindi, ha le sue voci, in Giappone, i suoi spiriti che vivono da sempre in ogni elemento naturale, coloranolo di significati e valenze simboliche che solo una mente attenta sa cogliere.

Da qui la rilevanza e il significato in Giappone dell’Hanami. Un evento collegato alla fioritura dei ciliegi che richiama turisti da ogni dove

La leggenda per spiegare il significato della realtà

In questo contesto, intriso di una straordinaria spiritualità, anche la fiaba, la leggenda assume un valore paideutico. Ed ogni tradizione, consuetudine celebrativa, fa parte di un tessuto narrativo che forma l’uomo alla vita, all’amore, al rispetto.

E, ovviamente, in un momento come questo, legato al ritorno primaverile alla vita della natura, sono tante le leggende che confluiscono su un mistero che si perpetua da sempre. La primavera irradia di luce e di colori la natura giapponese e la favola si fa reale.

Tra i tanti racconti che affollano le narrazioni popolari, durante l’hanami, emerge uno in particolare che celebra la potenza e la forza dell’amore. Quello eterno

La leggenda di Sakura

In un tempo molto remoto la guerra, le contese tra i feudi e i combattimenti dominavano la scena. Ma in questo panorama così cruento vi era un’oasi incontaminata di pace e di bellezza. Un bosco i cui alberi inondavano di profumi e di colori quel rifugio straordinario, in cui i giapponesi cercavano di dimenticare gli orrori delle guerre. Ma, tra questi alberi, ve n’era uno che non produceva fiori.

Spoglio, triste, l’albero, seppur giovane, non riusciva a trovare quel vigore che gli avrebbe consentito la fioritura. Fu così che venne in suo soccorso la fata dei boschi. E, una notte, la fata comparve dinanzi all’elbero promettendogli un aiuto insperato. Un incantesimo che sarebbe durato 20 anni.

In questo arco di tempo l’albero avrebbe provato le emozioni del cuore umano, nella speranza di avere poi la sua fioritura. La fata gli disse anche che in qualsiasi momento avrebbe potuto trasformarsi in uomo o in albero, a suo piacimento, ma se, trascorsi i 20 anni, non fosse riuscito a trovare bellezza e vitalità sarebbe morto per sempre. L’albero accettò.

Passarono gli anni, nel corso dei quali l’albero cercò, trasformandosi in uomo, di provare emozioni, ma trovò solo odio e guerre tra gli umani e la delusione, in più occasioni lo indusse a riprendere la sua dimensione originaria.

hanami L'Hanami giapponese e le sue antiche leggende
una bellezza giapponese

Fino a quando, un giorno, l’amore non bussò alla sua porta. Assunte sembianze umane, camminò presso un ruscello e qui avvenne l’incontro fatale con una fanciulla di estrema bellezza: Sakura.

L’attrazione fu reciproca, immediata, fino a sfociare nell’amore. A Sakura l’albero disse di chiamarsi Yohiro, speranza in giapponese. Poi, dopo una frequentazione assidua, ormai preda di un amore profondo, il giovane si dichiarò a Sakura, rivelandole anche la sua vera natura e perché fosse in quelle sembianze umane. Sakura, scioccata da quelle rivelazioni, ammutolì.

Allo scadere del tempo

I 20 anni erano ormai trascorsi e Yohiro tornò ad essere albero, ancor più triste di prima. Ma l’amore riserva sempre delle sorprese e un pomeriggio Sakura gli si avvicinò e, cingendolo con le sue braccia, gli dichiarò tutto il suo amore.

 Fu allora che apparve nuovamente la fata e chiese a Sakura di scegliere: rimanere umana o fondersi con Yohiro sotto forma di albero.

Sakura, dopo essersi guardata attorno, di fronte alla desolazione delle guerre, scelse di fondersi col suo amato in un albero solo. E, a questo punto, il miracolo! L’albero fiorì

La parola Sakura, infatti, in giapponese significa bocciolo di ciliegia, ma evidentemente l’albero non lo sapeva.

Uniti per sempre, dunque, nella bellezza e nell’amore al di là delle guerre, degli odi e della caducità delle cose.

Irma Saracino

Un pensiero su “L’Hanami giapponese e le sue antiche leggende”
  1. Una leggenda molto poetica ma con un fondo di amarezza sulla condizione umana

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