Tra polemiche, offese, guerra dei dazi e patetici tentativi diplomatici, l’Europa viene messa alle corde dall’amministrazione Trump
” Gli Europei sono dei parassiti”, con questa lapidaria frase, che non brilla per diplomazia, il presidente Donald Trump liquida i sogni europei di una riconciliazione con l’alleato storico, l’amico di sempre. E, in pieno accordo con le parole al vetriolo pronunciate dal suo vice, Vance, in una chat, per così dire, segreta, mette in rilievo la sua posizione nei confronti di un’Europa da sempre pronta a sfruttare l’appoggio e l’aiuto degli Stati Uniti.

‘Il silenzio degli innocenti’
Parole pesanti che evidenziano un rancore sedimentato da tempo nei confronti della vecchia Europa, culla della cultura e dell’arte, ma, di certo, poco propensa a una politica di aggressione ed alle armi.
Il tycoon non usa mezzi termini e, facendo riferimento alle espressioni colorite di Vance sugli europei, dichiara di essere perfettamente d’accordo con lui. ‘ L’Unione europea é stata assolutamente orribile con noi‘.
Ovviamente, da uomo d’affari, decisamente non incline alla diplomazia, fa riferimento alla spesa europea per la Nato, a suo dire troppo bassa, e alle spese sostenute dagli Stati Uniti a sostegno dell’Ucraina. Ma i toni e le parole , invero offensive, non lasciano sperare in un ammorbidimento nel settore dei ‘dazi’.
Parole cui fa eco il silenzio dell’Europa e, soprattutto, della nostra leader, Giorgia Meloni, probabilmente troppo impegnata nei suoi giochi d’equilibrio anche nell’ambito della politica interna, per poter replicare. Ci pensa invece Tajani, con la sua pacatezza di navigato politico.
Come finirà
Lo tsunami Trump sembra abbattersi inesorabilmente sullo scacchiere politico internazionale, coinvolgendo tutti e sconvolgendo equilibri del passato. E la sua corte di fedelissimi, talvolta alquanto incauti, lo segue con fervore nei suoi deliri imperialistici.

Ne é la prova l’imminente viaggio di Vance in Groenlandia, terra ambita dagli Usa, sia per le sue risorse naturali che per la sua strategica posizione geopolitica. E, se il sogno statunitense di un‘America great again sembra prendere consistenza agli occhi di una platea di elettori incauta, la realtà é ben diversa.
La conquista e l’annessione forzata di territori ( sulle orme delle strategie del lontano Far West) deve fare i conti con la consapevolezza identitaria di ogni singola nazione ed anche la politica economica, attuata dall’amministrazione Trump, evidenzia notevoli crepe che stanno ritorcendosi pesantemente sulle borse statunitensi.
Gli atteggiamenti da cowboy appartengono al passato e non possono, non devono tornare.
Irma Saracino