Sulla scena del teatro Tarentum l’Amico speciale di Tiziana Sibilla diverte con la sua comicità grottesca
Prima assoluta ieri sera, al Tarentum, dell’Amico Speciale di Tiziana Sibilla. Dramma comico di un uomo non molto fortunato. Provato dalla malattia, ma soprattutto dalle mogli.

Una commedia esilarante che ha convinto la platea tarantina.
L’intreccio
Non sono mancati i colpi di scena in questa commedia grottescamente esilarante, come solo sa esserlo la realtà.
In un intreccio amoroso, infatti, caratterizzato da infedeltà coniugale ed avidità , Ciro, protagonista della vicenda,(reso da un convincente Franco Bergami) deve fare i conti con le sue numerose donne. Non certo fiori di virtù.
E, in un susseguirsi di situazioni che delineano la psicologia delle numerose rappresentanti del gentil sesso, che si avvicendano sulla scena, fa fronte anche alla sua malattia, vissuta nell’isolamento.
La trama
Tornato a casa, dopo un trapianto di fegato, trova il vuoto. Nessuno ad accoglierlo, se non un maggiordomo. La moglie? Assente, presa dalle cure della sua bellezza.
Una realtà, a una prima lettura, drammatica, ma rivisitata nell’ottica di una comicità che è data dalla forte caratterizzazione dei personaggi che entrano in scena prepotentemente.

Dall’infermiere, ( Benedetto Zambetta) falsamente gay, che risulterà essere l’amante di Carla, interpretata da Sharon Percolla, all’incredibile Gilda, resa dalla brava Ada Fasano, da Carmela ( Paola Feola sulla scena) alla dolce Ernestina ( Gabriella Cardetta) queste donne si avvicendano nella vita del povero Ciro.
Unico l’intento. Il patrimonio dell’anziano Ciro. Ma l’amore, alla fine trionfa e Ciro, consapevole della sua solitudine, trova conforto in Ernestina, sorella del donatore di fegato che ha salvato la sua vita.
Conclusioni
Una storia intensa, resa ancor più grottesca da una veglia funebre paradossale. Ai piedi del morto ( il padre di Carmela, per intenderci, interpretato da un esilarante Angelo Battista) l’avidità e gli interessi personali dei personaggi infatti prevalgono anche sulla morte.
Una lettura comica dunque di una società che non ha nulla da dare, se non ipocrisia. Una lettura che rievoca un po’ le situazioni paradossali di pirandelliana memoria, ma adeguata ai nostri tempi. Un’accusa, velata di comicità, di grande impatto.
Un plauso quindi a Tiziana Sibilla, autrice del testo, nonché regista della rappresentazione, ed agli interpreti.
Irma Saracino