Definito ‘storico’ l’incontro tra la leader italiana, Giorgia Meloni, e il presidente Trump rivela solo il consolidamento di un’amicizia
All’indomani dell’incontro alla Casa Bianca tra la nostra leader, Giorgia Meloni, e il presidente statunitense, Donald Trump, emergono dati che inducono a ridimensionare i facili entusiasmi e aprono le porte ad un a valutazione più attenta dell’esito di esso.
L’arrivo, l’accoglienza
Impeccabile nel suo tailleur bianco, ovviamente griffato, che ha messo in rilievo la sua bionda chioma, la nostra premier é stata accolta dall’istrionico The Donald con tutti gli onori.

E, tra sperticati complimenti, che ne hanno esaltato le capacità e la grandezza, la leader ha assaporato l’inebriante, apparente trionfo, consolidando un’amicizia con il presidente Usa, basata in larga misura su comunanza di visione politica.
Entrambi di estrema destra, allineati sulle stesse discutibili strategie di limitazione dell’immigrazione, quali la deportazione in manette, animati da una vis di salvaguardia e promozioni di valori tradizionali, ma, soprattutto, scettici verso le istituzioni multilaterali.
Insomma un’unità di intenti e di visioni che trova, comunque, punti di disaccordo nel sostegno della Meloni all’Ucraina. nonché sulle spese dell’Italia per la difesa. Le più basse in Europa!
Ed é proprio su questo ultimo punto che il braccio di ferro di Trump é risultato vincente. La Meloni ha infatti promesso di aumentarle, oltre a promettere un import decisamente maggiore di gas dagli Usa.
Una decisione salutata dall’entusiasmo di Trump e della sua corte, che vedono in lei un ponte essenziale con l’Europa. Ruolo, questo che soddisfa le ambizioni della nostra premier.
L’esito
Malgrado l’esplicitazione del suo intento, quello di far grande l’Occidente ( ovviamente con l’inclusione degli Usa), la Meloni non é riuscita a far cambiare idea a Trump sui famigerati ‘dazi’, che, a suo dire, renderanno ricca l’America.
Un nulla di fatto dunque sulle speranze di avere quel risultato, ambito anche dall’UE, di portare a zero i dazi. Ma la Giorgia nazionale ha comunque ottenuto un risultato considerevole: far venire a Roma il magico Donald. Questa almeno la promessa fatta dal mutevole presidente Usa alla sua amica. Sarà vero? Lo speriamo.
Intanto oggi é giunto nella cCapitale italiana il vicepresidente Vance, accolto in pompa magna, come si conviene al un illustre rappresentante di uno Stato che sta facendo traballare l’economia mondiale
Irma Saracino